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Vaccino, il piano Figliuolo arranca e le consegne rallentano

Benedetto Antonelli
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Oltre 24 milioni di dosi somministrate dall'inizio della campagna vaccinale. Ma l'obiettivo di fare 500mila iniezioni al giorno è ancora traballante. Nell'ultima settimana, dal 3 al 9 maggio, infatti, il mezzo milione è stato superato solo due volte (giovedì e venerdì). Ma adesso torna prepotentemente alla ribalta il problema delle consegne da parte delle case farmaceutiche. In Lombardia scarseggia soprattutto AstraZeneca, nel Lazio vengono allungati da tre a cinque settimane i tempi per i richiami di Pfizer. Il mancato rinnovo del contratto Ue con AstraZeneca, però, non avrà conseguenze sulla somministrazione delle seconde dosi di Vaxzevria (il nome del farmaco anglo-svedese), perché riguarda le consegne del 2022. Ma la distribuzione di AstraZeneca procede a singhiozzo: mentre alcune Regioni ne hanno già terminato buona parte delle scorte, altre faticano a utilizzarlo da quando Alfa e ministero della Salute lo hanno raccomandato per gli over 60.

 

 

Il problema principale continuano ad essere le forniture, ancora non stabili come dovrebbero: nel mese di maggio è in programma l'arrivo di complessive 17 milioni di dosi. Tre milioni, per fortuna, sono previste proprio questa settimana, tra domani e sabato. L'indicazione del commissario Francesco Paolo Figliuolo è di utilizzare sempre il 90% delle fiale distribuite, che corrisponderebbe questo mese a 15,3 milioni. Le incognite sull'affidabilità di alcune case farmaceutiche restano, e in ogni caso per chiudere il mese con una media di mezzo milione di dosi al giorno, ne servirebbero 15,5 milioni. Per questo la campagna non può che andare avanti ancora con il freno tirato, nella speranza di poter correre in giugno, quando le fiale in consegna saliranno a oltre 25 milioni, ovvero potenzialmente oltre 830 mila al giorno. Su base nazionale viene somministrato oltre l'88% delle dosi distribuite, hub e punti vaccinali funzionano bene quasi ovunque e le Regioni chiedono più dosi, mentre si attendono le nuove consegne.

 

 

Intanto, la Commissione europea insiste: il vaccino di AstraZeneca resta parte della sua strategia, la disputa con la casa farmaceutica è puramente contrattuale. Il ramo esecutivo dell'Ue ha lanciato una procedura legale contro la compagnia, accusandola di aver violato il contratto con la mancata consegna di dosi in modo tempestivo. Il portavoce per la Salute della Commissione, Stefan de Keersmaecker, ha dichiarato: «Il vaccino AstraZeneca è molto importante per il nostro portfolio vaccinale, migliaia di europei lo stanno ricevendo ed è ampiamente parte del nostro mix di vaccini al momento». Ha preso la parola dopo che domenica stato annunciato che il contratto con la casa farmaceutica non è stato rinnovato oltre giugno, rinunciando così a esercitare l'opzione da 100 milioni di dosi aggiuntive. E ha precisato: «Il contratto resta in vigore fino alla consegna dell'ultima dose». L'accordo dello scorso agosto prevedeva 300 milioni di dosi iniziali per i Paesi membri, con opzione per altre 100. Delle 80 milioni che il produttore avrebbe inteso consegnare nel primo trimestre 2021, ne sono state spedite 20. Secondo la Commissione, 70 milioni saranno fornite nel secondo trimestre, anziché le 180 promesse.

 

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