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Bassetti azzanna Galli, resa dei conti sulle riaperture. "Lavora contro la sua Regione", gelo a L'Aria che Tira

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"Un'affermazione bella pesante..." commenta Myrta Merlino nella puntata di lunedì 19 aprile de L'Aria che Tira, l'approfondimento di La7. Già perché lo scontro sulle riaperture progressive decise dal governo a partire dal 26 aprile con priorità alle attività all'aperto fa salire i nervi tra virologi ed esperti che da più di un anno si alternano in tv. 

 

A proferire le pesanti osservazioni è Matteo Bassetti, direttore della clinica di Malattie Infettive dell'ospedale San Martino di Genova, che si scaglia contro il collega Massimo Galli. Il professore dell'ospedale Sacco di Milano era stato duro con il governo dicendo che Mario Draghi "non ne ha azzeccato una", a partire naturalmente dalla riapertura dei ristoranti all'aperto anche la sera in zona gialla (ma fino alle 22, orario in cui scatta il coprifuoco). 

 

"Forse a Galli sfugge un passaggio", è la premessa al veleno di Bassetti che continua: "Se i contagi non funzionano abbiamo il sistema dei colori, non è che dal 26 aprile viene spento il sistema dei colori. Fondamentalmente vale il concetto che se c'è un'area dove la situazione non va, scatta la zona rossa. Quindi non è cambiato niente rispetto a quello che abbiamo fatto per tutto l'inverno", ha detto l'infettivologo.

 

Ma il particolare a cui si riferisce Bassetti è un altro, ben più polemico. "Chi come me passa la propria vita a lavorare insieme alla propria regione forse ha una maggiore idea rispetto a chi invece lavora contro la propria regione" è la stoccata che provoca il leggero imbarazzo della Merlino: "Queste sono affermazioni pesanti...". 

 

"Io guardo alla realtà che mi trovo di fronte ogni mattina", ha chiarito Bassetti che poi ha aggiunto: "Ho quasi 15 posti liberi su 24, quindi vuol dire che i reparti si stanno progressivamente svuotando e i ricoveri delle persone più anziane stanno diminuendo anche grazie all'effetto della vaccinazione. Non è tutto finito, ci saranno altre settimane difficili, ma io guardo i numeri e questi numeri li discuto con la mia Regione, con la quale e per la quale lavoro. Altri forse lavorano più per sé e meno per le loro Regioni e i loro ospedali", continua Bassetti menando fendenti al convitato di pietra. 

 

Il discorso è anche un altro, di fondo. "Noi diamo dei suggerimenti tecnici, poi chi decide è la politica" sottolinea l'infettivologo ligure che non se la sente "di criticare la decisione di Draghi, che mi sembra di buon senso e presa in base a quello che gli è stato suggerito da tanti medici. La politica è mediazione, è chiaro che un epidemiologo vorrebbe riaprire a rischio zero, ma il Paese non può aspettare a ottobre-novembre per riaprire", conclude. Il rischio zero tra l'altro non esiste, soprattutto nel mezzo di una pandemia, il rischio sicuro è quello che tante attività vanno verso il fallimento se qualcosa non riparte. 

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