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Scuola, dal 3 maggio tutti gli studenti in classe. Il Governo ferma la didattica a distanza

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Valentina Conti
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Il governo ci pensa. A regalare agli studenti italiani almeno l'ultimo mese insieme ai compagni di classe. Il 3 maggio la scuola potrebbe riaprire al 100% in presenza. E restarci fino alla fine dell'anno scolastico. Andranno certamente analizzati i dati, ma la spinta alla riapertura delle scuole di ogni ordine e grado sembra prevalere all'interno della maggioranza. Il ministro della Salute Roberto Speranza, ospite di «Porta a Porta», sposa la linea: «Sono valutazioni che dobbiamo fare. È un tema che il governo si sta ponendo».

E si accendono altresì i riflettori sul recupero scolastico per sfidare il Covid. Il programma per affrontare le carenze degli studenti e riguadagnare le ore di lezione perse per via della contrazione oraria imposta dalla Didattica a Distanza in epoca di pandemia passa anche per la pianificazione di corsi e altre attività da attuare nei mesi estivi. Si è agli sgoccioli, e già si anima il dibattito nella scuola con interrogativi su personale scolastico da impiegare e l'enigma spazi da sfruttare nell'ipotesi di calendarizzazione di azioni in presenza. Il piano pensato da viale Trastevere è, infatti, in dirittura d'arrivo. Si è in fase di elaborazione, si sta lavorando concertando le diverse progettualità con le parti sociali e i soggetti interessati e sono in corso interlocuzioni con gli enti locali. Nel giro di pochi giorni verranno messi a punto tutti i dettagli.

 

In tema risorse, un primo stanziamento è stato previsto nel decreto legge sostegni, con 150 milioni di euro che serviranno per lo sviluppo di attività volte a potenziare l'offerta formativa extracurriculare, il recupero delle competenze di base, il consolidamento degli apprendimenti, la promozione di attività per il recupero della socialità, della proattività, della vita di gruppo degli studenti anche nel periodo che intercorre tra la fine delle lezioni dell'anno scolastico in corso e l'inizio di quelle dell'anno successivo. Risorse gestite dal Ministero dell'Istruzione, a cui si aggiungeranno ulteriori fondi. Sarà un percorso «per accompagnare la chiusura dell'anno scolastico e la costruzione di un ponte verso il prossimo, per il recupero di competenze e socialità», come ha spiegato il ministro Patrizio Bianchi. Sono previsti recuperi a giugno e settembre per le discipline, su cui ci sarà ampia autonomia da parte delle scuole, consapevoli delle mancanze specifiche degli allievi e che hanno il quadro completo sulla didattica.

 

 

Saranno, insomma, gli istituti a valutare se mettere in campo o meno le attività in base alle varie situazioni. E sempre loro a valutare la formulazione e le modalità (quindi potranno essere inserite azioni in presenza e pure a distanza). Anche perché quest'anno, con l'introduzione della Didattica Digitale Integrata e uno scenario differente, i problemi si sono legati maggiormente a specifici territori, al contrario dello scorso anno dove l'interruzione drastica della didattica in presenza, con il lockdown vero e proprio nella prima fase dell'allarme Covid -19, ha pesato dappertutto.

Quello che è certo - ribadito più volte dal ministro Bianchi - è che non sarà un semplice prolungamento dell'anno scolastico. La parte estiva sarà dedicata specialmente alla socialità e verrà attuata mediante «patti di comunità» in collaborazione con realtà del terzo settore, dell'associazionismo e in accordo con gli enti locali. Con attività interdisciplinari, ad esempio, ed iter creativi attinenti alle materie di studio. Su un altro fronte, il Ministero è al lavoro sulla possibile estensione della carta docente, alias il contributo di 500 euro all'anno a disposizione per l'acquisto di libri, supporti informatici, corsi di formazione, materiale e attività per l'aggiornamento professionale, agli insegnanti precari. «Ho avuto una fruttuosa interlocuzione con il collega Claudio Durigon, sottosegretario al ministero dell'Economia e delle Finanze, che sull'argomento ha dimostrato interesse e sensibilità. Siamo dunque al lavoro per porre rimedio a questo stato di cose», ha dichiarato il sottosegretario all'Istruzione Rossano Sasso.

 

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