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AstraZeneca e trombosi, nuova nota dell'Aifa ai medici: spetta a loro vigilare e informare i vaccinati sui rischi

Grazia Maria Coletti
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Vaccino Astrazeneca, insorgenza di trombosi in combinazione con trombocitopenia plausibile e perciò dovranno essere gli operatori sanitari a vigilare su segni e sintomi di tromboembolia e, o, trombocitopenia. E dovranno informare di conseguenza i vaccinati: Aifa emette una nuova nota e arriva un altro compito per i vaccinatori.

La nota inizia così: "Gentile dottoressa, egregio dottore, AstraZeneca AB in accordo con Agenzia Europea dei medicinali e AIFA desidera informarla di quanto segue". E si spiega che a seguito della procedura di segnale condotta a livello europeo, l’Agenzia Italiana del Farmaco ha emesso una nuova nota sul vaccino AstraZeneca per aggiornare gli operatori sanitari sui punti emersi dalla valutazione del vaccino.

 

In sintesi, gli elementi chiave sono che "una relazione causale tra la vaccinazione con Vaxzevria e l’insorgenza di trombosi in combinazione con trombocitopenia è considerata plausibile. Anche se tali reazioni avverse sono molto rare, hanno superato quanto atteso nella popolazione generale". Ma in questa fase "non sono stati identificati fattori di rischio specifici".

 

In ogni caso, scrive l’Aifa, e questo è il punto che interessa i medici: "gli operatori sanitari devono vigilare su segni e sintomi di tromboembolia e/o trombocitopenia e informare di conseguenza i vaccinati. L’uso di questo vaccino deve essere conforme alle raccomandazioni ufficiali nazionali".

Ma ribadisce che non ci sono "specifici fattori di rischio". Nonostante ciò, la scorsa settimana il ministero della Salute, in una circolare ad hoc, ha raccomandato un uso preferenziale per gli over 60.

Pronta la reazione dei medici di famiglia che mettono le mani avanti. "Quello che chiede Aifa di fare noi medici di famiglia lo facciamo sempre con i nostri pazienti – dice Pierluigi Bartoletti, presidente Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale) di Roma e vicepresidente nazionale - cioè informiamo e seguiamo anche dopo la vaccinazione i pazienti da noi vaccinati negli studi medici. La stessa cosa deve essere fatta dai vaccinatori delle grandi hub dove transitano migliaia di persone da vaccinare che devono essere poi seguite a casa, magari con un call center dove il medico vaccinatore ti chiama e ti chiede come stai. Una cosa però è certa: nessuno può pretendere di scaricare sui medici di famiglia il ruolo di councelor conto terzi  - stigmatizza Bartoletti -, noi rispondiamo  solo a quello che facciamo in prima persona nei nostri studi medici e con i nostri pazienti da noi vaccinati. Se qualcuno- continua - mi chiama per dirmi che sta male dopo il vaccino, certo che ci vado, ma fare il councelor, cioè il conciliatore, la voce amica, per conto terzi è impensabile".

Cosa succederà con i farmacisti vaccinatori? “Dovranno fare altrettanto, informare e vigilare sui pazienti da loro vaccinati” conclude il presidente Fimmg di Roma Bartoletti.

 

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