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Non è L'Arena, parla la moglie del militare morto dopo il vaccino Astrazeneca: "Gli occhi aperti e guardava nel vuoto..."

Giada Oricchio
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“E’ successo tutto di notte e all’improvviso”. E’ drammatico il racconto di Caterina Arena, a Non è l’Arena su LA7, domenica 14 marzo, sulla notte in cui è morto il marito Stefano Paternò, il sottufficiale della Marina Militare colpito da arresto cardiaco dopo il vaccino AstraZeneca.

Caterina Arena, in collegamento con Massimo Giletti, ripercorre con pacatezza la notte tra martedì e mercoledì, quella che gli ha portato via suo marito, Stefano Paternò, 43 anni, nella loro abitazione a Misterbianco, in provincia di Catania: “ll momento più buio è la notte, quando sto insieme ai miei figli che mi chiedono perché è morto il papà e che mi supplicano di non andare via anche io. Questo è il momento più brutto della giornata. Dobbiamo aspettare l’autopsia, ma era una persona sana ed era contento di vaccinarsi, anzi invitava tutti a farlo”.

 

La donna è calma, didascalica, eppure la narrazione è colma di emozione, la semplicità delle sue parole fa rivivere il dramma di quelle ore: “Dopo il vaccino siamo andati a prendere nostro figlio all’allenamento, quando stavamo tornando a casa ha detto che avvertiva brividi di freddo, si è misurato la temperatura e la febbre era 39, gli ho detto di mangiare qualcosa e prendere la Tachipirina, così ha fatto ed è andato a letto. Dopo un’ora la temperatura era 36.5, si è alzato e si è messo a guardare un disegno tecnico con mio figlio, chattava con i colleghi e i cugini, stava benissimo, era tranquillo. Alle 23-23.30 siamo andati a letto, abbiamo parlato un po’ e stava bene. Non aveva allergie, non soffriva di nulla, era sano”.

Poi la situazione è precipitata: “Dopo essere andati a letto, intorno alle due sento un russare forte, non è il rumore solito, è diverso, vedo che si irrigidisce tutto, lo chiamo, ma non risponde, ha gli occhi aperti però guarda nel vuoto. Capisco che la situazione è grave, chiamo mio fratello che vive al piano di sopra e chiamo il 118. Faccio il massaggio cardiaco come mi dice l’operatrice, dopo 15 minuti arriva l’ambulanza e i medici lo soccorrono, ma dopo 45 minuti dicono che non ce l’ha fatta e che era deceduto. Sono qui per dare una risposta alle domande dei miei figli, lo devo a loro e a me. Perché è morto, è una risposta che dobbiamo avere tutti”.

Quel lotto del vaccino AstraZeneca è stato ritirato e si stanno facendo le verifiche del caso in attesa dell’esito dell’autopsia per capire se ci sia un nesso di causalità ed effetto. Il viceministro alla Salute, Pierpaolo Sileri, presente in studio, ha espresso vicinanza alla donna, sottolineando che se c’è un nesso di temporalità (il malore dopo l’inoculazione della prima dose), quello della causalità al momento non è provato.  

 

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