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Covid, le sofferenze di Papa Francesco: "Mesi di prigione, in Iraq sono tornato a rivivere"

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Un viaggio che ha fatto discutere in molti, ma che è stata una vera e propria liberazione per Papa Francesco, alle prese con le restrizioni dovute al Covid. “Dopo questi mesi di prigione, davvero mi sentivo un po' imprigionato, questo viaggio in Iraq è stato per me rivivere. Rivivere perché è toccare la Chiesa, il santo popolo di Dio, tutti i popoli” le forti parole del Santo Padre nel viaggio di ritorno a Roma.

 

 

Il Pontefice nel lasciare Baghdad, ha fatto poi una promessa al Medio Oriente: presto sarà anche in Libano. Il Libano è una nazione che presenta un altro scenario difficile: tripartito nel potere (tra cristiano maroniti, sunniti e sciiti), ma con una fortissima influenza di Hezbollah, milizia paramilitare e partito politico sciita cresciuta grazie al supporto iraniano, tanto da essere considerata più potente dell'esercito regolare. È lì, dove la proporzione tra cristiani e musulmani è saltata dopo le massicce migrazioni dei palestinesi dai territori controllati da Israele, che Papa Francesco vuole tornare. Per proseguire il dialogo con l'Islam (sunnita e sciita) ma anche per supportare ancora i cristiani. Per ora, il Paese dei Cedri è l'unica ipotesi in Medio Oriente, ma anche “una promessa”, ripete il Papa nella conferenza stampa sul volo verso l'Italia.

 

 

Damasco non è presa in considerazione, “non mi è venuta l’ispirazione", confessa, nonostante sia “tanto vicino alla martoriata e amata Siria, come io la chiamo”. E ricorda che all'inizio del suo Pontificato ci fu un pomeriggio di preghiera in piazza San Pietro per le vittime della guerra: “Quanti musulmani con i tappeti a terra pregavano con noi per la pace in Siria, per fermare i bombardamenti, in quel momento in cui si diceva che ci sarebbe stato un bombardamento feroce. La porto nel cuore la Siria”, assicura. “La migrazione è un diritto doppio, diritto a non migrare, diritto a migrare. Questa gente non ha nessuno dei due, perché non possono non migrare, non sanno come farlo. E non possono migrare perché il mondo ancora non ha preso coscienza che la migrazione - ha concluso Papa Francesco - è un diritto umano”.

 

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