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Piano pandemico, a caccia di verità dal ministro Speranza: cinque ore sotto le domande dei giudici

Un'inchiesta aperta anche a Roma dal procuratore aggiunto Paolo Ielo

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Cinque ore sotto i riflettori dei magistrati di Bergamo. Anche se si parla di “clima sereno”, non sono state una passeggiata le cinque ore in cui Roberto Speranza ha dovuto rispondere alle domande sul piano pandemico. Nel mirino degli inquirenti il mancato aggiornamento del piano pandemico del 2006 e la mancata attuazione delle misure previste nello stesso, a partire dalla scorta dei dispositivi di protezione individuale. Speranza, come altri dirigenti del ministero della salute ascoltati dai magistrati, è stato sentito come persona informata dei fatti. Ed è molto probabile che la giornata odierna possa rappresentare un momento di svolta importante nell’inchiesta bergamasca sulla pandemia che ha devastato l’Italia. Un'inchiesta, sempre nello stesso filone di indagini, è stata aperta anche a Roma dal procuratore aggiunto Paolo Ielo.

A quanto risulta, si sarebbe anche prossimo allo stralcio di parte del fascicolo in direzione della magistratura romana, per le diverse posizioni prese in esame a seguito dei numerosi personaggi interrogati in queste settimane. Vale la pena di ricordare che ci si trova di fronte all’indagine per epidemia colposa, a cui si potrebbe aggiungere l’imputazione di omissione di atti d’ufficio proprio per quel che concerne il piano pandemico.

Sotto particolare osservazione, tra gli altri, l’ex direttore generale del ministero della Salute Ranieri Guerra, poi assurto al vertice dell’organizzazione mondiale della salute: alcune testimonianze sembrano contraddire clamorosamente le sue precedenti dichiarazioni ai magistrati. E questo potrebbe rappresentare uno degli snodi fondamentali dell’inchiesta. Al ritorno a Bergamo i magistrati si riuniranno con l’intero pool e il capo della Procura per le determinazioni da assumere. Potrebbero esserci iniziative di assoluto clamore.

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