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Gesù Bambino liberaci dal male di questo 2020 mentre noi torniamo ad abbracciarci

Franco Bechis
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Ci siamo arrivati, ed è la notizia più bella quest'anno. Anche se non avremmo voluto arrivarci così a Natale, ci siamo. Con tutte le ferite e la tristezza che ha appesantito il cuore di tutti in questi mesi. Con il peso della separazione di chi ha padri, madri, sorelle, fratelli e nonni lontani. E con il dramma di chi non li ha più, perché 70.395 vite se ne sono andate in questo 2020 portate via dal virus che ha paralizzato il mondo. Ognuno un volto, ognuno una storia, il bene che hanno lasciato e quello che hanno ricevuto che li avrà presi per mano e commossi mentre il respiro si spegneva. Non sarà possibile dimenticare quel che è accaduto, lo so. Nè scrollarsi dalla pelle la paura di quel che ancora può accadere. Ma si può fissare ancora più intensamente quella mangiatoia che fa compagnia all'uomo da duemila anni, perché è proprio di nascita, di quel Natale che abbiamo bisogno ora. E che c'è, perché nonostante tutti gli sforzi e le malefatte, il Natale non ha potuto togliercelo nessuno. Lui è nato per questo, proprio per un anno così. E' venuto per abbracciare il dolore, le paure, la nostra fragilità. E' venuto per caricarsele tutte e renderci liberi, non più schiacciati dal peso del male- che esiste-, della morte -che c'è- , del dolore e dei timori che è umano sentire.

Sono una grande occasione i prossimi giorni per stare davanti al presepe e alla forza di quella mangiatoia dove l'apparizione di una creatura minuscola ha segnato la storia dell'uomo facendogli compagnia in tutti i secoli dove ha pure attraversato guerre e pestilenze, tempeste e terremoti ben più terribili di questo 2020 che tanto ci sgomenta. E' l'occasione per fissarci negli occhi con i pochi cari con cui dividere la festa, e guardare in profondità i nostri cuori, il senso del nostro stare insieme. Saranno giorni preziosi quest'anno, anche se non l'avremmo voluto così. Ma c'è sempre un bene anche dentro il male più oscuro, e non è vuota consolazione: è vero. Abbiamo bisogno di festeggiare questo bene, respirarne il profumo con i nostri cari con cui per una volta non avremmo da inventare nulla. Non c'è da pensare a come organizzare, a cosa fare di speciale : solo a stare fra noi. A festeggiare la nascita che è il tempo in cui sperare per tutti la rinascita.

Abbiamo raccontato sempre senza peli sulla lingua tutte le difficoltà che molti anche fra voi che leggete hanno vissuto in questo tempo. Le ingiustizie patite, gli errori compiuti che potevano essere evitati, gli insopportabili pavoneggiamenti di chi aveva e ha la responsabilità di affrontare la più spaventosa crisi vista da lustri, e non ha saputo essere all'altezza. Non possiamo dimenticarlo, anche perché da oggi vedremo città chiuse e forze dell'ordine che controlleranno i nostri movimenti come non doveva essere nell'Italia restituita alla libertà 75 anni fa, eppure è. Come tanti italiani non potrò abbracciare affetti cari perché mi è impedito raggiungerli, e non era mai accaduto nella mia vita. Addolora e riempe di rabbia, perché questa pena inflitta era evitabile. E un po' perché ci erta stato detto- proprio da chi guida l'Italia- che tutto questo ce lo saremmo evitato facendo qualche sacrificio a fine ottobre e novembre, e non è stato così. Chi racconta fandonie le dimentica in fretta, perché ne sta già preparando qualcuna nuova che seppellisca la vecchia. Ma noi quelle le ricorderemo e ogni volta finché non ci verrà spenta la voce, né chiederemo conto con ostinazione. Non è un invito a cancellare la memoria quello che vi faccio, anzi: conservarla limpida e forte aiuta nella vita a non prendere rovinosi abbagli. Portiamo tutto dentro davanti a questo Natale, per chiedere a quel bimbo di liberarci ancora una volta dal male. Abbracciamoci come ancora si può in queste ore: ne abbiamo tutti così bisogno... Che possiamo davvero uscirne fuori tutti, più uomini e donne di quel che eravamo. Buona nascita. Buon Natale a tutti e un abbraccio forte forte alle vostre famiglie.

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