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Scuola, il 14 settembre si torna in classe ma senza mensa

Valentina Conti
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Sgombriamo il campo dagli equivoci: la scuola nel Lazio riapre il 14. Ma con il rebus mensa. A confermarlo ieri, dopo le perplessità mostrate dai sindaci della regione, l'assessore regionale al Lavoro, Formazione e Scuola, Claudio Di Berardino, al termine della riunione fiume in videoconferenza, coordinata da Anci Lazio, tra i sindaci del territorio e Via Cristoforo Colombo. «L’apertura dell’anno scolastico 2020/2021 - ha spiegato Di Berardino - ha bisogno di certezze davanti alla doppia esigenza di rimettere al centro il tema della formazione e della socialità dei ragazzi e di rispondere alle esigenze avanzate dalle famiglie».

Resta ferma l’autonomia dei sindaci e delle singole amministrazioni comunali in base ai propri compiti, al pari del fatto che le singole istituzioni scolastiche possono valutare in sede locale, a fronte di problematiche emergenti o non risolte, deroghe o decisioni più opportune sulla data di inizio dell’anno. Il vicepresidente della Regione Lazio Daniele Leodori ha poi annunciato un intervento economico da parte della Regione per coadiuvare i costi delle sanificazioni, suggerendo di rinviare l’inizio del servizio mensa per avere maggior controllo e contezza delle difficoltà. Un dibattito, quest’ultimo, che si preannuncia non poco infuocato.

Intanto, alcune scuole romane hanno già comunicato di voler posticipare il ritorno sui banchi. Come il plesso Crispi dell’IC Largo Oriani, il cui neo dirigente scolastico Marco Scicchitano ha richiesto agli uffici competenti il posticipo dell’avvio delle attività didattiche al 16 settembre a motivo del prolungarsi delle indagini del servizio di ingegneria fino al 12 del mese. E probabilmente la Isacco Artom, che dovrebbe accogliere i bambini della materna comunale ospitata nel plesso Girolami dichiarato inagibile, partirà con ritardo rispetto alla data ufficializzata.

Da oggi, invece, riaprono i nidi capitolini. Sono oltre 16.500 i bambini da 0 a 3 anni iscritti nelle circa 400 strutture a gestione diretta e indiretta di Roma Capitale per il nuovo anno educativo. In aderenza alle linee guida regionali, sarà garantita la stabilità dei gruppi. Orario unico, dalle ore 8 alle 14. Dal 12 ottobre inizierà il tempo pieno.

«Il servizio di ristorazione con la consumazione del pasto nelle strutture è garantito sin dal primo giorno», fa sapere il Campidoglio. Non sarà possibile portare giochi da casa, mentre si potrà portare, in confezioni chiuse e igienizzate, il cambio, così come pure i pannolini e il ciuccio se utilizzato (ad uso esclusivo del nido). Ogni giorno i genitori dovranno firmare la dichiarazione di sussistenza delle condizioni per accedere al servizio, garantendo sia la salute del bambino sia la non interazione con persone positive al Covid-19. Se la temperatura dei piccoli risulterà superiore a 37,5°, i bambini non potranno entrare al nido.

Il Comune di Roma è, inoltre, intervenuto a far chiarezza sulla questione mascherine: «I Municipi hanno confermato la consegna per tempo dei dispositivi di protezione per le educatrici dei nidi dei rispettivi territori», ha precisato in una nota, sottolineando «lo stanziamento di oltre 1 milione di euro per gli acquisti da parte dei Municipi» e «il costante monitoraggio delle azioni di competenza municipale».

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