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Marco Marsilio: "Trasporti in tilt alla ripresa. Sarà assalto ai pullman"

Paolo Zappitelli
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«Finirà con l’assalto della gente ai bus scolastici. A quel punto il governo ci dirà cosa dobbiamo fare». Marco Marsilio è il Governatore dell’Abruzzo e da mesi, insieme agli altri presidenti di Regione, sta implorando i ministri e il presidente del Consiglio di trovare una soluzione al problema del trasporto degli alunni per l’inizio dell’anno scolastico. Eppure, nonostante le pressioni, anche nella riunione di ieri non è stato trovato un accordo. «Siamo schiavi delle raccomandazioni del comitato tecnico-scientifico. Abbiamo spiegato che il distanziamento come indicato nelle linee guida è praticamente impossibile da realizzare. Le faccio un esempio: in alcuni comuni a L’Aquila i presidi mi hanno detto che i pulmini, con le regole attuali, riusciranno ad avere solo il 20% dei posti disponibili. Sono criticità che ha evidenziato anche il presidente della conferenza delle Regioni e delle Province Stefano Bonaccini. Ma non si trova una via d’uscita».
Qualcuno ha proposto di ricorrere al trasporto privato, ai bus turistici - un settore tra l’altro in profonda crisi - per avere più mezzi a disposizione. Si può fare?
«È una strada, certo. Ma ormai è tardi. Ha idea di quanto ci vuole a organizzare i bandi per l’aggiudicazione degli appalti? Non è come andare a comprare una decina di auto in una concessionaria e metterle in strada. E i treni? Pensano che le aziende possano costruire nuovi vagoni in un paio di settimane?».
Quindi stavolta non è un problema di soldi come qualcuno sostiene.
«Diciamo che non è solo quello. E poi anche se i finanziamenti arrivassero adesso abbiamo perso troppo tempo. Lo abbiamo detto e ripetuto tutti, non solo i governatori di centrodestra».
E allora come se ne esce? La vostra proposta qual è?
«Abbiamo detto: mettiamo la mascherina a tutti i ragazzi che salgono sugli scuolabus e riempiamo i posti al cento per cento. Abbiamo visto che chi usa i dispositivi di protezione non si ammala. Ma tutto dipende, come al solito, dal comitato tecnico scientifico».
Ma lei in qualche modo si sta organizzando?
«Ci stiamo rivolgendo agli Ncc, ai proprietari di bus turistici. Ma vedrà che poi si alzerà qualcuno e dirà che non sono mezzi omologati come scuolabus. E la responsabilità sarà mia che li ho autorizzati. E allora dove li troviamo?».
Ma tutto questo lo avete spiegato ai ministri?
«Certo, ma la linea del governo è sempre la stessa, arrangiatevi. Come per le discoteche. Quando sono esplosi i casi di contagi per il Covid ci hanno detto ecco ve lo avevamo detto di non riaprirle. Ma a giugno, con i casi ridotti quasi a zero che cosa dovevamo fare? Con imprese che erano praticamente al collasso».

 

 


C’è chi ha proposto un orario scolastico prolungato in modo da consentire entrate diversificate. Può essere una soluzione?
«Sì, in questo modo lo stesso scuolabus può fare più giri e raccogliere più alunni. Ma le scuole ci dicono che non hanno abbastanza personale, non ce la fanno. E siccome c’è l’autonomia scolastica il governo ci ripete sempre la stessa cosa: arrangiatevi».
La ministra ai Trasporti Paola De Micheli ha detto che i compagni di classe sono equiparati ai congiunti e quindi potrebbero sedersi vicini sugli scuolabus. Potrebbe essere la soluzione?
«È una proposta che lei ha fatto al comitato tecnico scientifico. Vediamo cosa succede. L’ho già detto, siamo schiavi del Cts...»
Mi pare di capire che lei era dell’idea che sarebbe meglio rimandare l’apertura.
«Mi sembrava l’unica cosa intelligente da fare. Si sono intestarditi sul 14 settembre, non ha senso. Le scuole poi chiuderanno di nuovo per le elezioni e riapriranno la settimana dopo. A quel punto era meglio aprire direttamente il 1 ottobre e dare più tempo alle Regioni di organizzarsi. Avremmo avuto un po’ più di tempo per organizzare tutto. Anche perché i banchi inizieranno ad arrivare da venerdì, i test sierologici sugli insegnanti sono appena iniziati. Così sarà un caos».

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