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Le scorte di mascherine donate alla Cina ma il virus era in Italia

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L’atto di accusa del bureau of international journalism al governo Conte e ai grandi Paesi europei: per farsi belli con la Cina Italia e Ue a febbraio hanno svuotato i propri magazzini di mascherine da mandare a Wuhan. E sono restati senza mandando i propri medici e infermieri a combattere il virus a mani nude.

A pubblicare il più spietato j’accuse nei confronti del governo Conte forse senza accorgersene è il capo delle guardie svizzere del premier, Marco Travaglio sul Fatto quotidiano di oggi. "A febbraio l'Unione Europea ha donato alla Repubblica popolare cinesi cinquantasei tonnellate di mascherine e guanti. Proprio quando l'Italia Settentrionale si trovava all'inizio dell'epidemia mortale, nonostante le rassicurazioni fornite a gennaio e febbraio sul contenimento europeo del contagio" si legge sul quotidiano. "Già nei mesi precedenti in Europa, le scorte di Dispositivi di protezione individuale (Dpi) erano carenti. Le scorte di mascherine previste dai piani pandemici europei, mai aggiornati dal 2010, erano scadute. Sono state distrutte e mai sostituite. La Francia nel 2011 ne aveva 1,7 miliardi. Tra gennaio e marzo 2020 ne ha bruciate 1,5 milioni. Nel 2017 il Belgio ne ha distrutte 38 milioni mai rimpiazzate".

 

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