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Nainggolan: "Resto alla Roma a vita. Se non mi cacciano..."

Erika Menghi
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La tentazione cinese è durata poco, Monchi ha confessato che un'offerta concreta sul tavolo non c'è mai stata, ma Radja Nainggolan ad un certo punto del mercato invernale sembrava sul punto di partire. E non ci sarebbe stato da stupirsi, perché la Roma per attenersi alle regole dell'odiato Fair Play Finanziario era ed è disposta a vendere anche i pezzi migliori, visto che l'unico modo per non incorrere in pesanti sanzioni (vedi la squalifica dalle coppe europee) è sanare il bilancio: «Ma io – dice Radja a Sky Sport – sto benissimo a Roma, non vedo il motivo per cui dovrei andare via. Vivo bene, sono felice, ho tutto quello che devo avere, in questi casi neanche tutti i soldi del mondo ti possono far cambiare idea. Potrei firmare a vita per la Roma, anche perché ho rinunciato a tante squadre. A meno che la società un giorno decida di cacciarmi. In questo momento sono felice qui e l'importante per me è essere felice». Priorità allo stile di vita, spesso discusso, e non al portafoglio o alla carriera: «Nella vita privata faccio le cose giuste secondo me, e in partita mi sento sempre pronto». Domenica sarà in campo e proverà a dare il suo contributo alla causa Champions, mentre ormai lo scudetto sembra una corsa a due: «Bisogna sempre vedere quanto dura il Napoli, quanti cambi e quante energie hanno, sono tante le componenti. La Juve ha tanti grandi giocatori. Per me il Napoli gioca un bel calcio, mi piace guardarlo. E non lo so se potrà vincere, ma per come gioca in questo momento, ha qualcosa di più degli altri». Più di Spalletti, Di Francesco ha la serenità: «Caratterialmente penso che Eusebio sia un po' più tranquillo rispetto a Spalletti, che si innervosiva anche perché leggeva una cosa sbagliata, o non so, sentiva una cosa e la faceva più grande di quella che era. Di Francesco, invece, è uno che guarda soltanto al lavoro, che è convinto di quello che fa, di quello che vuole». L'ex tecnico ora all'Inter è stato l'ultimo di Francesco Totti calciatore: «Lui – sottolinea Nainggolan – era un giocatore importante a livello mondiale, ovunque andasse la gente urlava sempre "Totti, Totti!". Prima o poi la fine doveva arrivare, però farlo così, con così tanta gente, penso che per lui sia stato un momento brutto perché ha smesso, ma anche bello perché l'hanno seguito in tutto il mondo. È una persona molto importante per me, anche per il ruolo che ha oggi. Dentro lo spogliatoio un po' manca, anche soltanto per il personaggio, la persona, il nome, perché rappresenta Roma. All'inizio, soprattutto, era un po' particolare e difficile. Però, adesso, ha questo nuovo ruolo e viene spesso negli spogliatoi, cerca di essere presente. Penso che lui sia tranquillo, che stia bene, è comunque sorridente. È sempre una cosa buona per noi giocatori avere un ex giocatore che ci sta vicino e che ci può dare una mano».

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