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È morto Roberto Rossellini Stroncato da un infarto

Oggi la camera ardente alla Casa della Cultura Lunedì in mattinata si celebreranno i funerali

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Un grave lutto ha colpito il mondo dello spettacolo. È morto improvvisamente, ieri mattina, Roberto Rossellini. Il noto regista. Si e sentito male nella sua abitazione romana nel quartiere Parioli. Stava per uscire, per recarsi ad un appuntamento con il Direttore generale della RAI, quando è stato colto da infarto. Roberto Rossellini era rientrato da Cannes, dove aveva presieduto la giuria del XXX Festival del cinema. L'altro ieri mattina si era recato ai funerali dell'attrice Giuditta Rissone; ieri, poco dopo mezzogiorno ha telefonato in casa della sceneggiatrice Suso Cecchi D'Amico chiedendo la sua collaborazione per la stesura di un articolo che aveva preparato per un giornale sulla funzione didattica del cinema. Dopo pochi minuti l'ha richiamata dicendo di sentirsi male e chiedendo che fosse chiamato un medico. Al momento della morte erano presenti la prima moglie Marcella De Marchis e il figlio Renzino che abitano nello stabile di fronte. A visitare la salma si sono recati, appena appresa la notizia molti attori, critici, altri esponenti del mondo del cinema, e amici del regista. Tutti i familiari erano intorno alla salma del regista scomparso; mancavano oltre alla Bergman (a Londra), il figlio Robertino che è stato raggiunto a Montecarlo dalla ferale notizia e si è subito posto in viaggio per Roma con un aereo, partito ieri alle 16,55 dall'aeroporto di Nizza. Roberto Rossellini aveva 71 anni. Era nato nella Capitale l'8 maggio 1906. Dopo aver conseguito la maturità classica preferì abbandonare gli studi per avventurarsi nel mondo del cinema, dove fece le sue prime esperienze collaborando alla rivista «Cinema» e ad alcuni documentari per l'istituto «Luce». Dal debutto con la Nave bianca del '41, tutte le sue opere sono elencate in questa stessa pagina, così come della sua attività televisiva ne parla Mino Doletti. Di Roma città aperta girato tra mille difficoltà nel 1945 disse Rossellini: «Non si trovava pellicola e pur di girare ne compravo da quelli che facevano foto per strada; cinque, dieci, venti metri ad ogni prezzo. Poi li attaccavamo». La sua vita sentimentale è stata indubbiamente piena. Allo scrittore Roberto Gervaso Rossellini disse recentemente durante un'intervista: «M'hanno dipinto come una specie di sultano. Niente di più falso. Non ho mai, dico mai, tradito una donna. In amore si soffre, ma soffrire è uno dei grandi piaceri dell'esistenza». È stato sposato tre volte. La prima moglie Marcella De Marchis, poi Ingrid Bergman e Sonali Das Gupta. Fu proprio la sua storia d'amore con Ingrid che gli causò l'ostilità di Hollywood. L'attrice svedese affermatasi in America prese il posto di Anna Magnani nella vita del regista e venne in Italia abbandonando il marito e la figlia. Un «comportamento» che i puritani d'America non perdonarono a Ingrid Bergman. Il regista e l'attrice si sposarono in Messico nel maggio 1950 e il primo figlio, Robertino, nacque in una clinica romana nel febbraio 1951. Il matrimonio finì nel 1957 e dall'India, dopo un lungo viaggio, Rossellini tornò con una nuova donna, Sonali Das Gupta, che diventò la sua terza moglie. Ultimamente non viveva più con Sonali Das Gupta, ma aveva saputo mantenere con tutte e tre le ex mogli rapporti di amicizia. «Ho cambiato molte donne, confesso in questi ultimi anni, ma finché durava la relazione ero devotissimo». Monogamo a modo suo, gli piaceva, forse, sentirsi il patriarca di una grande famiglia formata dalle tre ex-mogli e dai sei figli: Renzino, avuto da Marcella De Marchis (l'altro, Romano, era morto a otto anni), Robertino, le gemelle Isabella e Isotta avuti dalla Bergman e Paola Raffaella nata dalla terza moglie. Ai «suoi» aggiungeva anche Jill, il bambino del primo matrimonio che Sonali aveva portato con sé dall'India. I FUNERALI LUNEDI' La famiglia Rossellini ha comunicato che oggi alle 16 sarà aperta la camera ardente presso la Casa della Cultura in largo Arenula, 26. I funerai si svolgeranno nella mattinata di lunedì. LE OPERE Nel cinema dal 1936, con il cortometraggio Daphne; cui seguirono, fino al '41 altri cinque cortometraggi: Prélude à laprès-midi d'un faune, 1938: Fantasia sottomarina, 1939: Il tacchino prepotente, 1939; La vispa Teresa, 1939; Il ruscello di Ripasottile, 1941. Il primo lungometraggio nel '41. La nave bianca, soggetto e supervisione di Francesco de Robertis. Quindi: Un pilota ritorna, 1942; L'uomo dalla croce, 1943; Desiderio, 1943, in collaborazione con Marcello Pagliero da cui fu terminato (presentato nel '46); Roma città aperta, 1945; Paisà, 1946; Germania anno zero, 1947; L'amore, due episodi: La voce umana; Il miracolo, 1948; La macchina ammazzacattivi, 1948; Stromboli, terra di Dio, 1949; Francesco, giullare di Dio, 1950, L'invidia, da I sette peccati capitali, 1952: Europa 51, 1952; Dov'è la libertà, '53; Viaggio in Italia, 1953: Siamo donne, da episodio con Ingrid Bergman, 1953; Napoli '43, da Amori di mezzo secolo, 1954; Giovanna d'Arco al rogo, dal dramma di Claudei, musica Honegger, 1954; La paura, 1954; India, 1958: Il generale Della Rovere, 1959; Era notte a Roma, 1960; Viva l'Italia, 1960; Vanina Vanini, 1961; Anima nera, 1962: Illibatezza, episodio di Rogopag, 1962. Dal '59 anche autore televisivo: L'India vista da Rossellini, dieci episodi: Torino ha cent'anni, documentario, 1961: L'età del ferro, sette episodi, 1964; La prise du pouvoir par Louis XIV per la televisione francese), 1966; Idea di un'isola (per la televisione americana), 1967; Atti degli Apostoli, cinque episodi, 1968; La storia della lotta dell'uomo per la sua sopravvivenza, dodici episodi, 1970-71; Socrate, 1971; Blaise Pascal, due episodi, 1972; Agostino d'Ippona, due episodi, 1972; L'età di Cosimo, tre episodi, 1973; Cartesius due episodi, 1974. Anche regista lirico: Otello, di Verdi, 1953: Giovanna d'Arco al rogo, di Honegger, 1953; Uno sguardo dal ponte, di Renzo Rossellini, 1961. Dopo un'assenza di dodici anni torna al cinema realizzando Anno uno (1974) sulla vita di Alcide De Gasperi, protagonista Luigi Vannucchi. LA STIMA E L'AMICIZIA Non appena diffusasi la notizia della morte del regista, nel breve volgere di un'ora, il telefono di casa Rossellini ha squillato in continuazione: era un alternarsi di chiamate da Parigi, Buenos Aires, Nuova York e Londra, da dove (non riusciva a trattenere un singulto di pianto) ha chiamato Ingrid Bergman. Da Roma chiamavano tutti: uomini di politica, di governo del cinema, della cultura. Il Presidente della Repubblica ha inviato ai familiari di Rossellini il seguente telegramma: «La notizia della morte di Roberto Rossellini mi ha profondamente addolorato. Dopo il periodo neorealistico di cui fu uno dei massimi esponenti Rossellini continuò la sua indagine sociale accentuandone il carattere psicologico e soffermandosi sui problemi e sulle inquietudini dell'uomo moderno. Nei suoi affreschi storici e nelle sue minute e puntuali inchieste psicologiche Rossellini impresse il segno del suo grande talento e della sua profonda umanità, costruendo, attraverso il cinema, uno specchio fedele e affascinante della nostra epoca»(...).

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