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Serie A, Spezia-Lazio 0-3. Biancocelesti inarrestabili, settima vittoria in otto match

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Luca De Lellis
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Se non fosse per un cammino europeo deludente e un Napoli che in campionato ha giocato un altro sport, la stagione della Lazio sarebbe una di quelle da rinchiudere in un cassetto e ricordare negli annali. A confermarlo c'è l'ennesima vittoria in trasferta con annesso clan sheet. Il diciassettesimo su 30 gare di campionato. I biancocelesti di Maurizio Sarri mettono la quarta ed espugnano anche il campo dello Spezia per 0-3, consacrandosi sempre più come seconda forza della Serie A. Le firme del successo sono opera di Ciro Immobile, tornato al gol su rigore dopo un'astinenza durata due mesi, Felipe Anderson e Marcos Antonio. Ma non si può non partire dal gol del raddoppio del brasiliano per raccontare che cos'è la Lazio targata Sarri nei suoi giorni migliori. L'azione che porta al destro vincente è un qualcosa che sembra accarezzare senza timore reverenziale il miglior "guardiolismo" barcelloniano. Ma in realtà rappresenta proprio quel "Sarrismo" enunciato anche dalla Treccani. Che ogni tanto può trasformarsi in un palleggio sterile, ma che il più delle volte è estetica coniugata alla concretezza.

 

 

Eppure non è stata così facile come può sembrare. I liguri di Semplici nei primi venti minuti hanno fatto patire a Romagnoli&Co il proprio palleggio e la propria aggressività. Tanto che dopo soli 2' hanno sfiorato il vantaggio con il piattone di Bourabia che si è stampato sulla traversa. Solo più tardi è uscita fuori la Lazio, che si è resa pericolosa per la prima volta con l'imbeccata di Cataldi per Immobile che però ha sbattuto sull'uscita di Dragowski. Poi l'episodio che ha sbloccato il match: fuga di Felipe Anderson sulla destra e scivolata disperata di Ampadu che procura il rigore. Sul dischetto Immobile spiazza il portiere ex Fiorentina e raggiunge la doppia cifra per la settima stagione consecutiva. Altro record da non buttare via per l'attaccante campano. Mancava all'appuntamento con il gol dalla trasferta di Salerno del 19 febbraio. Certo, i tanti infortuni hanno inciso, ma era davvero un calvario per uno abituato ai suoi numeri. 

 

 

Dopo l'intervallo la Lazio ha capito che doveva far sua la partita per non rischiare eventuali beffe finali, e ha raddoppiato con il quadro dipinto in precedenza e la conclusione violenta di Felipe Anderson per il suo settimo centro in campionato. Una manovra da far visionare nelle scuole calcio, tutto di prima nello stretto e in velocità con più giocatori coinvolti. L'incontro ha preso la sua strada, lo Spezia non ci ha più creduto anche dopo la bella parata in allungo di Provedel sul diagonale di Ekdal. Ampadu si è fatto espellere per doppio giallo e, dulcis in fundo, anche l'oggetto misterioso Marcos Antonio si è iscritto al tabellino per il definitivo tris. Una serata perfetta. La banda di Sarri, con buone probabilità, a giugno si ritroverà tra le mani una qualificazione in Champions League quanto mai meritata. Ma zero trofei. Ed è questo che fa la differenza tra una grande stagione e una memorabile.

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