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Simone Inzaghi sotto inchiesta per blasfemia: rischia la squalifica

Alessandro Austini
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Due espressioni blasfeme pronunciate durante Lazio-Sassuolo potrebbero costare una giornata di squalifica a Simone Inzaghi. L'allenatore laziale è infatti finito sotto inchiesta della Procura Federale dopo la segnalazione di uno degli ispettori presenti all'Olimpico nella gara di campionato giocata lo scorso 24 gennaio e vinta 2-1 dai biancocelesti.

L'indagine è già stata chiusa, il procedimento è a carico del solo Inzaghi che va verso il deferimento, la Lazio non è stata coinvolta. L'allenatore è difeso dall'avvocato Sara Agostini di Brescia che si è già mossa per avviare il patteggiamento ed evitare il processo dinanzi al Tribunale Federale Nazionale, a differenza di quanto sta accadendo invece a Buffon, deferito e ora in attesa di udienza per il caso analogo e relativo a Parma-Juventus. .

La nuova tendenza della Procura Federale nei casi di espressioni blasfeme è infatti quella dell'inchiesta con successivo deferimento, visto che il Giudice Sportivo, tranne rare eccezioni come il romanista Cristante fermato per un turno, respinge quasi sempre le proposte di prova tv inviate dagli ispettori Figc per sanzionare le bestemmie in campo. 

C'è un procedimento in corso che fa intuire cosa rischi adesso Inzaghi: il tecnico del Parma Fabio Liverani, ex compagno del collega laziale, ha infatti patteggiato la sanzione per aver pronunciato un'espressione blasfema durante Roma-Parma e si è accordato per la squalifica di una giornata contro le due richieste. Il Tribunale Federale Nazionale, invece, solitamente punisce i tesserati con squalifiche "a tempo" e non quantificate in giornate di campionato.

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