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La perdita record della Roma aumenta: -126 milioni in nove mesi

Filippo Biafora
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Rosso da record per il bilancio separato della Roma nei primi nove mesi dell’esercizio 2019/20: 126,4 milioni di euro di perdita. Il Consiglio di Amministrazione della società, ai sensi dell’articolo 2447 del Codice Civile, ha redatto una relazione illustrativa con lo scopo di fornire agli azionisti un’informativa in merito alla situazione economico, patrimoniale e finanziaria al 31 marzo 2020 e le valutazioni effettuate dal cda relative ai provvedimenti da assumere per il ripianamento delle perdite. Con una comunicazione del 26 aprile, la dirigenza ha informato il socio di controllo diretto NEEP Roma Holding S.p.A. e il socio di controllo indiretto ASR SPV LLC della situazione finanziaria al 31 marzo 2020 e delle esigenze finanziarie sino al 30 giugno 2020, chiedendo poi di essere informata circa le intenzioni del socio di riferimento in merito. In risposta a questa nota, con missiva datata 27 aprile, l’azionista ha confermato il proprio impegno a fornire il supporto finanziario necessario per far fronte alle proprie obbligazioni di pagamento almeno sino al 31 dicembre 2020. Facendo seguito a tale impegno il 27 maggio è stata perfezionata un’operazione volta a supportare il fabbisogno finanziario mediante la sottoscrizione di un contratto denominato “Purchase and Sale Agreement”, per un valore complessivo di crediti ceduti fino ad un massimo di 30 milioni di euro

Si segnala poi che dal punto di vista del conto economico e della situazione patrimoniale: il patrimonio netto di A.S. Roma S.p.a. al 31 marzo 2020 è negativo per 26,8 milioni di euro rispetto a 15,2 milioni di euro al 31 dicembre 2019 e 10,5 milioni di euro al 30 giugno 2019; la perdita civilista di A.S. Roma S.p.A. al 31 marzo 2020 è pari a 126,4 milioni di euro, rispetto alla perdita di 29,5 milioni di euro dei primi nove mesi del precedente esercizio; i ricavi complessivi, tenuto conto dei proventi dei ricavi netti da gestione diritti pluriennali prestazioni calciatori, sono stati pari a 140,8 milioni di euro (i ricavi operativi sono stati pari a 112,9 milioni di euro); i costi di A.S. Roma ante ammortamenti e svalutazioni al 31 marzo 2020, sono pari a 171,2 milioni di euro (194,3 milioni di euro, al 31 marzo 2019), in diminuzione principalmente per l’andamento del costo del personale tesserato, e delle spese per il godimento beni di terzi; gli ammortamenti delle immobilizzazioni materiali, immateriali e dei diritti d’uso sono pari a 74,1 milioni di euro (62,9 milioni di euro, al 31 marzo 2019) e sono relativi prevalentemente ai diritti pluriennali alle prestazioni sportive dei calciatori; sono stati effettuati accantonamenti a fondi rischi per 1 milione di euro (0,3 milioni di euro, al 31 marzo 2019), e non sono state effettuate svalutazioni di crediti commerciali (0,3 milioni di euro, al 31 marzo 2019); gli oneri finanziari netti sono pari a 12 milioni di euro (12,8 milioni di euro, al 31 marzo 2019), e sono relativi sostanzialmente a commissioni ed interessi passivi derivanti dalle operazioni di finanziamento necessarie per far fronte ai fabbisogni aziendali; le imposte del periodo rappresentano un ricavo di 1,6 milioni di euro (costo di 3,2 milioni di euro, al 31 marzo 2019). 

Per quanto la situazione finanziaria invece: l’indebitamento finanziario netto adjusted di A.S. Roma S.p.A. al 31 marzo 2020 è pari a 280,5 milioni di euro, e si confronta con un valore pari a 261,3 milioni di euro al 31 dicembre 2019 e 240,9 milioni di euro al 30 giugno 2019. 

Nel documento si fa presente che il deficit economico ed il conseguente deterioramento patrimoniale sono dovuti, in particolare, alla partecipazione all’Europa League, che ha generato proventi significativamente inferiori rispetto ai proventi della Champions League conseguiti nel precedente esercizio, nonché alla diffusione del virus COVID 19 nel mondo che ha avuto un impatto negativo sin dal mese di Gennaio 2020, avendo impedito operazioni di trasferimento dei diritti sportivi dei tesserati durante la finestra invernale verso i Paesi già in quel momento colpiti dal virus (cessione di Pastore in Cina, ndr). Il 4 giugno ha approvato un aggiornamento dei dati previsionali consolidati aggiornati per l’esercizio 2019/2020, nonché un budget preliminare per l’esercizio 2020/21 (“Dati Previsionali”) per tenere conto dell’impatto economico, finanziario e patrimoniale degli eventi e delle incertezze conseguenti alla diffusione del virus COVID-19 e delle misure di contenimento adottate dalle autorità nazionali ed internazionali, che stanno caratterizzando lo scenario nazionale ed internazionale. Tali circostanze, straordinarie per natura ed estensione, stanno avendo rilevanti ripercussioni sulle attività economiche e hanno creato un contesto di generale incertezza, la cui evoluzione e i relativi effetti risultano al momento difficilmente prevedibili. Pur essendo prevista la ripartenza del campionato di serie A a far data dal 20 giugno 2020, non vi è comunque certezza circa la possibilità di concludere regolarmente la stagione sportiva in corso considerando il rischio di eventuali nuovi contagi che potrebbero determinare un nuovo stop alle competizioni sportive. Nell’ipotetica circostanza in cui la Federcalcio fosse costretta ad annullare la stagione sportiva, un riflesso negativo potrebbe emergere principalmente: sui proventi residui della Roma rivenienti dai Diritti televisivi, dalle sponsorizzazioni e dall’attuale posizionamento nella classifica di serie A, che comporterebbe la mancata qualificazione alla Champions League per la stagione 2020/2; in generale sulle attività dei club di Serie A e sulle loro prospettive di continuità aziendale. Con particolare riferimento ai diritti televisivi, si segnala che la Roma, attraverso la Lega e unitamente agli altri club, ha dato mandato per agire nei confronti dei broadcasters per il mancato pagamento delle rate scadute al 1° maggio 2020 relative ai Diritti televisivi e rimaste ad oggi insolute. 

I dati previsionali aggiornati prevedono anche per il quarto trimestre dell’esercizio 2019/20, un significativo deterioramento della situazione economica, finanziaria e patrimoniale del Gruppo A.S. Roma, caratterizzata, tra l’altro, da un trend reddituale ancora negativo, da un deficit patrimoniale e da un rilevante fabbisogno finanziario. Pertanto, estendendo l’orizzonte temporale oltre il 30 giugno 2020, i dati previsionali richiedono una serie di azioni necessarie a garantire un’adeguata gestione patrimoniale, finanziaria e dei fabbisogni di cassa, che permettono di fare fronte ai propri fabbisogni derivanti dall’attività operativa, dagli investimenti effettuati e dai debiti finanziari in scadenza nei prossimi 12 mesi. In particolare, la società prevede di coprire il proprio fabbisogno finanziario e di poter disporre di sufficienti risorse patrimoniali attraverso una o più delle seguenti azioni: i flussi finanziari generati dall’attività ordinaria compresi, tra l’altro, gli eventuali ulteriori flussi di cassa operativi netti che potrebbero essere conseguiti nel corso della partecipazione all’Europa League della corrente stagione, nonché dell’eventuale partecipazione alle competizioni europee nella prossima stagione sportiva; l’eventuale cessione di asset aziendali disponibili, ed in particolare dei diritti pluriennali alle prestazioni sportive dei calciatori; i proventi derivanti dall’aumento di capitale, assumendo che tale aumento di capitale sia ampiamente sottoscritto anche dai soci di minoranza; l’apporto di risorse da nuovi investitori; l’apporto di ulteriori risorse finanziarie e patrimoniali da parte dell’azionista di controllo indiretto AS Roma SPV LLC. A tale proposito, si evidenzia che l’azionista di controllo indiretto AS Roma SPV LLC, per il tramite dell’azionista di controllo diretto NEEP Roma Holding S.p.A., ha sistematicamente fornito supporto quando si è reso necessario. I versamenti complessivi dell’esercizio 2019/20 sono 60 milioni di euro e sono stati convertiti 29 milioni di euro da Finanziamenti Soci a “Riserva Azionisti c/Aumento di capitale. In data 30 aprile 2020, l’azionista di controllo indiretto AS Roma SPV LLC ha versato ulteriori 3 milioni di euro a titolo di finanziamento soci ex art. 8 Decreto Liquidità.

Non è possibile assicurare che le azioni sopra menzionate possano essere attuate con successo, in tutto o in parte, anche a causa del persistente effetto negativo della pandemia in corso COVID-19, e di eventuali possibili epidemie future, sulle attività della Società e degli altri club di Serie A, nonché sul regolare svolgimento della Serie A e delle altre competizioni europee nella stagione in corso o nelle prossime stagioni. Nel caso di tali ipotetiche circostanze, non è possibile assicurare che entro il 31 dicembre 2020 la società avrà risanato il deficit patrimoniale registrato al 31 marzo 2020 né escludere che sarà necessario convocare un'assemblea degli azionisti per adottare i provvedimenti previsti dall'art. 2447 del codice civile, in caso di cessazione del regime di sospensione previsto dal Decreto Liquidità. 

Gli Amministratori hanno valutato che gli eventi e le circostanze descritte possono far sorgere dubbi significativi sulla capacità della società di continuare ad operare come un’entità in funzionamento e ritengono, in considerazione dell’attuale contesto precedentemente delineato, che relativamente agli stessi sussistano incertezze significative. In particolare, a seguito della sospensione del campionato, sono venuti meno gli introiti attesi dalla vendita di biglietti per gli incontri che non sono stati disputati, e che – anche con la ripresa del campionato – verranno comunque disputati senza possibilità di accesso agli stadi da parte degli spettatori. Inoltre, ulteriori significative incertezze emergono in relazione alle operazioni di trasferimento dei diritti pluriennali alle prestazioni sportive dei calciatori che potrebbero, in tale contesto economico, essere parzialmente inficiate da una potenziale riduzione degli investimenti nel settore, oltre che in relazione al momento in cui sarà nuovamente possibile porre in essere tali operazioni di trasferimento. Un’eventuale evoluzione negativa delle incertezze precedentemente delineate potrebbe determinare l’insorgere di ulteriori perdite e, conseguentemente, di ulteriori fabbisogni finanziari, aggiuntivi rispetto a quelli previsti nei dati previsionali, ancorché il loro ammontare sia al momento di difficile previsione.

Tuttavia, dopo avere effettuato le necessarie verifiche ed aver valutato le incertezze significative sopra descritte, sulla base delle considerazioni precedentemente illustrate, ed in particolare della valutazione dei Diritti pluriennali alle prestazioni sportive dei calciatori, disponibili per il trasferimento a terzi, dell’entità delle plusvalenze sistematicamente realizzate negli ultimi esercizi, degli impatti positivi attesi dalla citata rinegoziazione degli stipendi, oltre che dell’apporto di ulteriori risorse finanziarie e patrimoniali atteso dall’aumento di capitale nonché da parte dell’azionista di controllo o dai nuovi investitori, e dalla valutazione circa il potenziale esito positivo delle interlocuzioni avviate per la ripresa del campionato, la società ritiene che vi sia la ragionevole aspettativa di finalizzare le citate azioni nella misura necessaria a garantire un riequilibrio della situazione patrimoniale ed un’adeguata gestione delle risorse finanziarie e dei propri fabbisogni ordinari di cassa, e pertanto il proseguo dell’attività operativa in un prevedibile futuro.

Pertanto, considerato l’art. 6 del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri numero 23 del 8 aprile 2020 che ha sospeso l’applicazione, fra gli altri, dell’art. 2447 del Codice Civile fino al 31 dicembre 2020, la società non ritiene al momento necessario adottare alcun provvedimento volto a curare la situazione di deficit patrimoniale registrata alla data del 31 marzo 2020. Tuttavia, la società potrebbe dover ricorrere all’adozione di tali provvedimenti nel caso in cui entro il 31 dicembre 2020 il deficit patrimoniale della società non fosse risanato a causa della mancata attuazione delle predette azioni nella misura necessaria e non siano estese (temporalmente) le misure di supporto previste dal Decreto Liquidità.

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