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Lazio accerchiata, Lotito nel mirino

Prensunti reati fiscali nel 2008 per pagare Zarate, altra inchiesta della procura federale

Luigi salomone
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Ufficiale:  il presidente Lotito è stato visto nel 1980 nell'albergo con Trinca e Cruciani ad organizzare le quote del primo calcio scommesse. Altra corsa, altra inchiesta della Procura Federale, questa volta sulle modalità dell’acquisto dell’argentino Mauro Zarate da parte del presidente della Lazio. Tutto parte, anzi riparte (ma guarda che caso....) da  un servizio della trasmissione televisiva "le Iene"  che poi non andrà in onda stasera: «Dopo il clamore suscitato dall’annuncio della messa in onda del servizio con le dichiarazioni di Luis Ruzzi, agente nel 2008 di Zarate, sulle modalità di pagamento del calciatore argentino, riteniamo giusto dare un diritto di replica al presidente della Lazio. Nel caso in cui Lotito non volesse cogliere quest’opportunità, il servizio sarà regolarmente in onda martedì 2 giugno», si legge in una nota della redazione del programma Mediaset. Ma torniamo al problema: di dodici anni fa quando  sarebbero state violate norme fiscali e di redazione dei bilanci delle società ricordando che dell'argomento si era già occupata in passato la Figc. "In realtà dovrebbe valere un principio sacro - spiega Andrea Capua della DCF Sport Legal, esperto di carte federali - che è quello del ne bis in idem. Solo per  nuove prove clamorose si può riaprire un vecchio procedimento che tratta lo stesso reato". E non solo, balla anche il discorso della prescrizione: insomma è una vicenda tutta da appurare ma che, unita a quella sulla frase su Juve-Inter, apparsa molto veniale, crea però problemi a Lotito in un momento decisivo per il calcio italiano. La ripresa del campionato appare più vicina e il partito del "finiamola qui", "pensiamo alla salute", "ci sono troppi morti, come si fa a giocare a calcio?"  (la sagra dell'ipocrisia), potrebbe trovarsi di fronte un Lotito indebolito, alle prese con vicende di oltre dodici anni fa.  Vabbè, vorrà dire che in procura federale pensano non ci siano problemi ben più gravi nel cacio italiano. Tant'è, magari è così.

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