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Il calcio continua a litigare sulla ripresa. E il medico del Torino si dimette da commissione Figc

Otto club di Serie A si schierano contro la ripartenza

Alessandro Austini
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Il calcio continua a litigare: si gioca o non si gioca? Ci sono otto club di Serie A che spingono per non far ripartire il campionato. Secondo quanto si apprende, durante il consiglio della Lega di A sono emersi dei quesiti riguardo ai rischi definiti "incalcolabili" di un eventuale nuovo stop del campionato per il contagio da coronavirus dopo la ripartenza. Con l'eventuale ripresa del campionato e successiva interruzione per conseguenze derivanti da contagio Covid-19, quali effetti giuridici potrebbero subire i singoli calciatori o interi club (per gli effetti dell'ottemperanza a provvedimenti mitigatori al contagio - autoisolamento o quarantena)? In particolare potrebbero sopravvivere la legittimità delle pretese dei club di invocare la forza maggiore a far data dal DCPM 9 marzo 2020 con riguardo a rapporti contrattuali di durata preesistenti alla data? L'assunzione del rischio di un fatto non più imprevedibile potrebbe ricadere sul club che si è assunto il rischio di prosecuzione della competizione pur in presenza di un rischio incalcolabile». Questo è uno dei tre quesiti per la Figc che 8 club (Parma, Spal, Brescia, Torino, Sampdoria, Udinese, Bologna e Fiorentina) contrari alla ripresa del campionato di Serie A, a quanto apprende l'Adnkronos, hanno sollevato alla vigilia dell'assemblea della Lega Serie A. Gli altri due quesiti vertono invece sui contratti in scadenza il 30 giugno e sui prestiti con diritto o obbligo di riscatto. Non solo. Il responsabile sanitario del Torino, Rodolfo Tavana si è dimesso dalla Commissione medico scientifica della Figc per contrasti interni. Il prof. Tavana era il rappresentante della Lega Serie A, della commissione che ha elaborato il protocollo per la ripresa della stagione che il prof. Paolo Zeppilli ha inviato al presidente federale Gabriele Gravina e da qui ai Ministri dello Sport e della Salute Spadafora e Speranza. Le dimissioni sarebbero da attribuire al fatto che Tavana non sarebbe stato consultato da Zeppilli prima della redazione finale del documento recapitato ai due ministri.

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