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Il virus stronca Donato Sabia: corse gli 800 in due finali olimpiche

Il mezzofondista aveva solo 56 anni: morto anche il papà

Alessandro Austini
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Lutto nel mondo dell'atletica. È morto all'età di 56 anni, a causa del coronavirus, Donato Sabia, presidente della Fidal Basilicata e due volte finalista alle Olimpiadi (Los Angeles '84 e Seul '88) negli 800 metri. Sabia è scomparso a distanza di pochi giorni dal padre, a sua volta positivo al Covid-19. «Il presidente della Fidal Alfio Giomi, il presidente onorario Gianni Gola, il Consiglio federale, a nome di tutta l'Atletica Italiana, esprimono profondo cordoglio e si stringono idealmente ai familiari in un abbraccio», fa sapere la Federazione di atletica leggera in una nota. «Una tragedia nella tragedia - le parole del presidente Giomi - Donato era una persona a cui non potevi non voler bene». Atleta di talento straordinario, ma soprattutto persona d'animo gentile, Sabia è scomparso a distanza di pochi giorni dal padre, vite recise entrambe dal male che sta flagellando il mondo intero. Messosi in luce dapprima come quattrocentista, le sue doti di resistenza (fu anche primatista del mondo della distanza dei 500 metri, con 1:00.08) lo traghettarono presto al doppio giro di pista, in una carriera comunque flagellata da tanti, troppi infortuni. Il suo anno di grazia fu il 1984, quando dapprima colse l'oro agli Europei indoor di Goteborg, poi stabilì la miglior prestazione mondiale dei 500 metri, fece segnare il suo primato personale sugli 800 metri (1:43.88, ancora oggi la terza prestazione italiana di sempre), e infine, ai Giochi californiani, finì al quinto posto assoluto (1:44.53). Senza dimenticare il primato personale nei 400 metri, un 45.73 a lungo inserito nella top ten nazionale di tutti i tempi. Riuscì a ripetersi quattro anni dopo, in Corea, terminando al settimo posto nei suoi 800 metri, dopo tante stagioni contraddistinte da innumerevoli problemi. «Siamo in lutto per la scomparsa di un grande protagonista del nostro mondo, un campione dentro e fuori dalle piste di atletica. Negli ultimi giorni ero purtroppo venuto a conoscenza delle sue condizioni di salute: aveva perso anche il papà e si è dovuto arrendere, giovanissimo, alla violenza del virus». Così il presidente del Coni, Giovanni Malagò, profondamente addolorato, esprime il cordoglio personale e dell'intero Comitato Olimpico Nazionale Italiano ai familiari di Donato Sabia e a tutto il mondo dell'atletica per la scomparsa dell'atleta azzurro. «È stato un fenomeno, non solo per le due finali olimpiche che rendono il senso delle sue memorabili imprese, ma anche per i tanti successi conquistati, tra cui il titolo europeo indoor a Goteborg nel 1984, anno in cui ottenne anche il primato mondiale dei 500 metri. L'anno scorso l'avevamo invitato ai lavori della Giunta Nazionale del CONI a Matera, un doveroso riconoscimento per la sua straordinaria carriera», aggiunge Malagò.

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