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Taglio degli stipendi anche in Formula Uno

Per il momento a dipendenti e manager... ma i piloti?

Tiziano Carmellini
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Anche la Formula Uno paga il conto, salatissimo, del Coronavirus. In arrivo cassa integrazione per metà del personale e un taglio degli stipendi dei manager di almeno il 20%. Sono le misure che Liberty Media, la società che gestisce il mondiale di Formula Uno, ha adottato per affrontare la crisi economica causata dall'emergenza coronavirus che ha bloccato l'avvio della stagione del circus dei motori. Per chi non sarà colpito dalla cassa integrazione verrà previsto un regime di retribuzione all'80% per gli stipendi fino a 2500 sterline al mese. Anche il presidente ed amministratore delegato della F1, Chase Carey, avrà un forte taglio dello stipendio. La crisi del settore potrebbe avere nei mesi a venire un impatto devastante sui team, le scuderie meno solide, si parla di almeno 4, potrebbero essere a rischio sopravvivenza. In attesa di sviluppi, i primi 8 gran premi della stagione sono stati annullati. SI prospetta un futuro grigio per le scuderie a medio termine, ma per la stagione 2020 a breve: perché l'avvio delle gare rischia di slittare anche fino a Monza (settembre). Insomma finora ci hanno rimesso tutti tranne i piloti che restano nel loro eremo dorato e che fanno un po' quello che avevano provato a fare i calciatori. Con la differenza che i calciatori (almeno quelli di serie A), sono di fatto una tribù, mentre qui si tratta di venti eletti che restano a veleggiare col vento in poppa e a stipendio pieno, alla faccia del resto del mondo. Forse anche da loro un passo verso la solidarietà sarebbe gradita.

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