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Spalletti: "De Rossi va rinnovato, io decido a fine anno"

Luciano Spalletti

Erika Menghi
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L'Atalanta alle porte, pochi sorrisi e una certezza: «Il mio contratto non è nell'uovo di Pasqua, possiamo aprirne quanti ce ne pare ma non lo troveremo lì». Spalletti non ha la penna pronta per la firma, tutt'altro: "Esiste un modo di ragionare e di essere coerenti. C'è un percorso fatto da valutare, ti rendi conto di alcune cose e te ne immagini altre, arrivi in fondo e dici quello che sarà, non fregandotene di niente. Il rinnovo importante è quello di De Rossi secondo me, perché è un giocatore forte che se non ce l'hai lo vai a cercare fuori e se va via non ci guadagni niente. Si corre il rischio di pentirsi, come il Milan con Pirlo. Daniele ha la possibilità di fare altre annate importanti. Questo dà forza al seguito di una società. Di allenatori ce ne sono tanti bravi, e pure più giovani di me". Avanti un altro, insomma. Lui pensa solo a finire bene la stagione: «Dobbiamo concludere nel miglior modo possibile la nostra corsa, per il momento c'è un'apertura e la valutiamo. Noi abbiamo fatto il nostro dovere, anche il Napoli: stiamo a ruota del battistrada che è la Juventus. I bianconeri non danno segni di flessione. Non si potrà sapere se il fatto di arrivare in fondo in Champions potrà creargli dei problemi, perché ci sono le motivazioni, il numero di giocatori… La Juventus ha concesso il minimo a una squadra che ha talenti e potenzialità offensive che nessun altro ha. Ѐ venuta fuori la qualità del campione nelle situazioni pericolose, vedi le parate di Buffon. Io dico che hanno fatto vedere una gestione e un modo di andare ad affrontare il campionato intero preparandosi la strada su tutto, hanno evidenziato una traccia dall'inizio e la stanno portando avanti nel migliore dei modi». La stessa coerenza ce l'ha avuta l'Atalanta di Gasperini: «All'andata abbiamo sbagliato il finale di partita e non abbiamo sfruttato degli episodi, mentre i nostri avversari furono bravissimi. Questa è una partita che nasconde diverse insidie, loro hanno mantenuto un passo costante nel campionato, servirà una grande Roma, ci faremo trovare pronti». L'assenza di Gomez «pesa molto, lui è un campione, uno da grande squadra. Per noi se manca il Papu è un vantaggio. Preferisco parlare dei miei giocatori che sono sempre meglio di quelli degli altri, ma Gomez è uno di quelli che ho guardato anche mentre ero allo Zenit e se ci fosse stata la possibilità l'avrei voluto con me. Kessie è un altro forte, se la Roma riuscirà a farlo diventare un proprio calciatore si metterà in casa una possibilità di essere ancora più forte». Guardando all'attualità c'è da fare i conti con l'infermeria: «Palmieri non verrà convocato, De Rossi si sta curando e dobbiamo vedere durante l'allenamento pomeridiano se fa dei miglioramenti. Spero fortemente di averlo a disposizione, perché è importante per la nostra squadra». Nel frattempo a Milano si inaugura una nuova era e Spalletti dice la sua sul cambio di proprietà in casa rossonera: «I cinesi sono ora una realtà del calcio mondiale, vogliono dare visibilità attraverso il calcio al loro Paese, hanno un'economia che gli permette di investire. Possono ancora dare risorse al proprio Paese e prospettive nuove con la pubblicità che si fanno in questo modo. Berlusconi è stato un rivoluzionario, ha dato il là a una visibilità maggiore dal punto di vista del marketing, ha trasformato una normale società in un'azienda calcio. Penso che sia difficile ricreare un altro Milan come quello dell'era Berlusconi e i cinesi ci potranno anche riuscire, ma quello lì resterà sempre marchiato a fuoco da Silvio».

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