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Juve-Inter, decide super Cuadrado

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Juan Cuadrado

Silvia Sfregola
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Il gol con il quale Cuadrado ha messo il suo graffite indelebile sulla sfida contro l'Inter, non solo ha interrotto il lungo filotto di vittorie di un avversario che cominciava a diventare scomodo ma ha pure avvicinato ulteriormente la Juventus al suo sesto scudetto consecutivo. In attesa di recuperare in settimana la gara contro il Crotone, i campioni d'Italia si sono tolti un altro impiccio, uno dei più delicati. Lo hanno fatto mettendo in piedi una prestazione di ottima consistenza tecnica e agonistica, tenuto conto di cosa rappresentano adesso i nerazzurri: non più la compagine scompaginata della gestione De Boer bensì una squadra tosta, potenzialmente fortissima.  E' stata, fin da subito, dalla rovesciata volante di Dybala al minuto 2 con annessa parata di Handanovic, una Partita, con la p rigorosamente maiuscola, come doveva essere, nel rispetto del passato e del presente. Juventus e Inter si sono affrontate alla pari e hanno cercato di prevalere attraverso il gioco, prodotto dal 4-2-3-1 sul fronte bianconero e dal 3-4-3 sul fonte nerazzurro, con buona gamba e buone idee, con un continuo alternarsi di emozioni e di palle gol. Alla fine del primo tempo erano già otto, equamente divise, alle quali però va aggiunta la rete di Cuadrado, a pochi istanti dall'intervallo. Rete che ha scassato l'equilibrio della contesa. L'incipit della Juventus è stato prorompente, tanto che, oltre all'occasione in rovesciata, Dybala ha colpito anche la traversa al 12', coltivando l'illusione che agganciare l'ennesima vittoria sarebbe stato se non proprio facile per lo meno non troppo difficile. Invece, superata la buriana, l'Inter si è ripresa confermando di aver acquisito i connotati di squadra e di potersi spingere più in là di quanto non reciti la classifica. La mano di Pioli si nota, la presenza di Gagliardini in mezzo al campo è pesante, l'armonia dei movimenti certificata: del resto, sulla qualità dell'organico non ci sono mai stati dubbi. Non a caso, prima proprio Gagliardini, poi Joao Mario, poi ancora Gagliardini, hanno impensierito Buffon. Paradossalmente, i meno pericolosi sono stati Higuain e Icardi, ai quali va ascritto appena un tentativo e neppure irresistibile. La catena di destra bianconera ha funzionato bene, quella di sinistra meno. Insomma, meglio Lichtsteiner e Cuadrado di Alez Sandro-Mandzukic; meglio pure Khedira di Pjanic, che però ha confezionato una punizione dal bacio sulla quale si immolato Handanovic con la complicità (ancora) della traversa. All'Inter invece sono mancati gli esterni, Candreva e D'Ambrosio, mentre l'azione di Joao Mario e Perisic, spesso tra le linee, ha creato qualche ansia alla difesa dei campioni d'Italia. La rete di Cuadrado, un destro di controbalzo da venti metri, ha schiodato non solo il risultato ma anche l'andazzo della ripresa. Perché la Juventus ha ricominciato con un piglio quasi arrogante, forte del vantaggio, e dopo 9 minuti avrebbe potuto scrivere l'epitaffio del match se Pjanic fosse stato più freddo sull'assist di Higuain: al contrario, ha consentito ad Handanovic di sfoderare un altro intervento strepitoso. L'innesto contemporaneo di Kondogbia ed Eder al posto di Brozovic e Candreva è stata la doppia mossa di Pioli per raddrizzare la situazione, mentre Allegri, sostituendo Cuadrado con Marchisio, ha trasformato il 4-2-3-1 in un classico 4-3-3. La sfida è continuata su ritmi alti ed emozioni strabordanti, con Rizzoli che per sentirsi protagonista ha cominciato a sventolare cartellini in maniera da non passare inosservato. Ancora Handanovic ha bloccato Higuain, in maniera da tenere in vita il match, con Perisic espulso nel recupero per proteste. Poteva non finire con una polemica Juventus-Inter?

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