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Lazio Miracolo low cost

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Tredici milioni spesi in 3 anni per costruire la squadra arrivata a tre punti dalla vetta La ricetta di Lotito: investimenti mirati, gestione «ristretta» e la scommessa Petkovic

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Unpassivo irrisorio per i costi del calcio che pure si sta ridimensionando negli ultimi tempi. Il presidente Lotito ha lavorato più con le idee che con i soldi grazie anche alle intuizioni del diesse Tare e a una struttura del club «ristretta» a pochissime persone. Un progetto, anzi meglio usare il termine strategia, che è cambiata radicalmente proprio a gennaio di tre anni fa quando, per colpa di scelte scellerate, la Lazio stava rischiando addiritura le retrocessione. E invece, sui propri errori, la società biancoceleste ha saputo costruire il gruppo che sta disputando una stagione straordinaria. Acquisti oculati, bilanci sempre in attivo e la consapevolezza che l'errore più grande resta l'acquisto di Zarate perché come recita sempre il numero uno biancoceleste «non deve mai fare il passo più lungo della gamba». Quindi, la quinta società per monte ingaggi in Italia (circa 60 milioni lordi) si ritrova in lotta per lo scudetto anche se a Formello Olympia continua a volare basso e nessuno pronuncia «quella» parola. Ieri Lotito si è sforzato per tutta la giornata di mantenere i toni bassi senza lasciarsi prendere da facili entusiasmi perché l'obiettivo reale rimane prendere quella Champions sfuggita nelle ultime giornate per due anni di seguito. Naturalmente non ha potuto fare a meno di incensare il demiurgo di questo sorprendente miracolo: «Petkovic è una sorpresa solo per i miscredenti. L'ho scelto io perché è in grado di gestire lo spogliatoio non solo dal punto di vista tecnico, ma anche psicologico e morale. Lo scudetto? La Juve non ha paura della Lazio e non deve. Noi pensiamo al nostro percorso, tenendo i piedi per terra, dobbiamo andare avanti con umiltà e concentrazione, con lo stesso atteggiamento mostrato sinora». Piuttosto non gli è piaciuta molto come da qualche parte si voglia far passare la Lazio per un club favorito non si sa bene da che cosa. Gli episodi arbitrali favorevoli contro Parma e Atalanta si compensano con quelli contrari a Firenze e nella sfida casalinga col Toro quando fu negato un rigore clamoroso.E allora il numero uno biancoceleste prova a ricordare quanto accaduto nelle prime venti partite di campionato: «Quando la Lazio vince, qualcuno avanza sempre dei problemi. In passato ci sono anche stati episodi di svantaggio per noi. Il mani di Floccari è involontario e me lo ha confermato lo stesso giocatore nello spogliatoio. Sergio è una persona coerente e perbene, come lo è il nostro portiere Marchetti, che ha ammesso un calcio d'angolo non concesso dall'arbitro, ripetendo l'episodio di Klose, quando disse all'arbitro che il suo gol era irregolare». Infine Lotito ha parlato brevemente di mercato e di Mauro Zarate: «La nostra società è impergnata sulla filosofia del gruppo, altre no. Evidentemente Zarate, che è un ottimo giocatore, da altre parti può esprimere al meglio le sue qualità. Nello spogliatoio c'è un equilibrio tecnico-morale che potrebbe essere compromesso dall'inserimento di nuovi giocatori, bisogna preservare l'equilibrio esistente, noi costruiamo sul cemento, non sulla sabbia: abbiamo una base solida e su questa interveniamo in maniera oculata».

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