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Missione Petrucci Riportare il basket alle Olimpiadi

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Primo appello a tutti i dirigenti «Fate giocare di più gli italiani»

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Dopo14 anni da numero uno dello sport italiano, Giovanni Petrucci lascia il Coni e torna al basket - federazione già presieduta dal 1992 al 1999 - con un obiettivo ambizioso. Tre parole, un concetto molto semplice: riportare l'Italia tra le superpotenze della pallacanestro internazionale. Candidato unico per la successione a Dino Meneghin – salutato con un lungo applauso dall'Assemblea generale riunita all'Ergife Palace Hotel, ma comunque destinato a restare in federazione come «ministro degli Esteri» - Petrucci ha raccolto un vero e proprio plebiscito, il 94.78 per cento dei voti. «Sono molto emozionato - ha confessato il presidente uscente del Coni - questo mondo mi ha sempre voluto bene. Tornare non sarà facile: non sono un eroe né il salvatore della patria, ma come sempre ce la metterò tutta». Petrucci assicura impegno, il basket italiano ne ha sicuramente bisogno. La prima era del dirigente romano alla guida della Fip - culminata con l'argento europeo del 1997, il 6° posto al Mondiale 1998 e il trionfo continentale del 1999 (pochi mesi dopo il passaggio di Petrucci al Coni), senza dimenticare l'argento europeo conquistato dalle ragazze nel 1995 - sembra lontana anni luce. Negli ultimi tempi l'Italia ha vissuto una lunga crisi, tanto profonda da dimenticare in fretta il bronzo continentale 2003 e l'argento olimpico 2004. Ma proprio dagli ultimi trionfi Petrucci vuole ripartire: «Abbiamo mancato la qualificazione olimpica - ha ammesso il presidente uscente del Coni - ma non siamo assolutamente all'anno zero. Per riemergere bastano volontà e ottimismo: dobbiamo riportare le Nazionali all'Olimpiade, perché i Giochi sono tutto per il basket». La ricetta di Petrucci - al quale sono arrivati anche gli auguri del sindaco di Latina Giovanni Di Giorgi («Petrucci saprò rilanciare il basket») - è molto chiara: «Pianigiani sarà il dominus - ha spiegato il neo presidente - e all'Europeo possiamo fare bella figura. Ora, però, voglio risentire la voglia d'indossare la maglia azzurra, per i giocatori deve essere la massima aspirazione. E ai presidenti dico: fate giocare gli italiani, non sono inferiori agli stranieri». Per Petrucci la Federazione deve collaborare con le Leghe, un'apertura dimostrata con la vicepresidenza affidata ad Anna Cremascoli, presidente della Pallacanestro Cantù. Ma il dirigente romano va oltre: dal settore femminile («Vogliamo incrementare i numeri e diffondere l'entusiasmo») alla lotta al doping («Dobbiamo proseguire su questa linea»), dalla giustizia sportiva («Servono celerità, certezza delle regole e diritto alla difesa») alle riforme («La legge 91 va rivista e abbiamo bisogno della legge sull'impiantistica») fino alla visibilità: «I palazzetti sono pieni, ma l'audience televisivo è scarso, dobbiamo capirne le ragioni perché uno sport diventa popolare solo se è seguito». Il basket riparte con Petrucci, mentre ciclismo, taekwondo e bocce confermano i presidenti uscenti Renato Di Rocco, Sun Jae Park e Romolo Rizzoli. Quattro tasselli importanti per un mosaico ancora incerto: le elezioni del Coni si terranno il 19 febbraio, l'attuale segretario generale Raffaele Pagnozzi è in vantaggio, ma lo sfidante Giovanni Malagò spera. E domani tocca al calcio, dove però l'esito delle elezioni - come del resto nel basket - è scontato: vincerà Giancarlo Abete, presidente uscente e candidato unico.

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