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La polizia può fermare le partite

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Ladirettiva - emersa dal vertice svoltosi martedì al Viminale tra il Capo della Polizia Antonio Manganelli e i dirigenti della Federcalcio - è stata subito recepita dall'Osservatorio sulle manifestazioni sportive attraverso una specifica determinazione approvata all'unanimità per rafforzare la procedura (già prevista dal comma 6 dell'articolo 62 delle Norme organizzative interne della Figc) da seguire qualora si verifichino episodi di razzismo, come avvenuto la scorsa settimana nell'amichevole di Busto Arsizio tra Pro Patria e Milan. In presenza di segnali di razzismo, intolleranza e antisemitismo, il responsabile dell'ordine pubblico nominato dal Viminale potrà sospendere la gara di propria iniziativa, ma anche su indicazione dell'arbitro (attraverso il quarto uomo e anche su segnalazione dei giocatori) o del rappresentante della Procura. A tal fine il Coordinatore del Gruppo Operativo Sicurezza organizzerà periodiche esercitazioni per testare il flusso delle informazioni, l'efficacia dei piani d'emergenza e la conoscenza delle procedure, mentre l'Osservatorio metterà in atto una campagna di prevenzione. La decisione finale, in ogni caso, spetta sempre al responsabile dell'ordine pubblico. Il giudice per le indagini preliminari di Busto Arsizio, intanto, ha convalidato l'obbligo di firma (5 anni) per i sei tifosi della Pro Patria accusati dei cori razzisti intonati contro i giocatori del Milan. Al riguardo il pm potrebbe ascoltare anche il rossonero Boateng come persona offesa dal reato. Dan. Pal.

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