Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

L'intolleranza sconfina Oltremanica

default_image

  • a
  • a
  • a

Veroche spesso si tratta di quattro idioti in lite con il mondo oltre che con la propria testa, ma è altrettanto vero che adesso c'è la tecnologia per arrivare in tempi strettissimi ad individuare i colpevoli di tali idiozie. La questura di Varese già nella prima serata di ieri aveva nomi e cognomi del gruppetto di scellerati che aveva innescato tutta la baraonda di Busto Arsizio. E se è stato possibile in uno stadio di «periferia» addobbato di telecamere solo per la presenza del Milan, figuriamoci con quale facilità il Palazzo del calcio potrebbe inchiodare coloro che ogni domenica si «esibiscono» sui campi delle massime serie italiane. Non che il fatto sia più grave se si tratti di Seria A o Lega Pro o campetto di periferia tra scapoli e ammogliati, ma l'attenzione mediatica e la risonanza sarebbe ovviamente diversa. Pensate se Boateng avesse tolto la maglia e lasciato il campo in un derby meneghino o in una delle tantissime partite di cartello che il Milan è abituato a giocare. La cosa, oltre a ledere l'onore del giocatore ferito dai «bu» razzisti per il colore della sua pelle (ma vale per quelli antisemiti contro i giocatori di religione ebraica), avrebbe condizionato anche un torneo e tutto il business milionario che ci gira attorno. Servono delle regole dure che puniscano chi si «macchia» di quello che si fatica ancora a definire e concepire come un reato ma di fatto lo è. Processi in tempi brevissimi e pene esemplari sarebbero un deterrente niente male in un Paese che si possa definire tale e che continua purtroppo ad esportare in questo senso il peggio di se. E poco importa se l'Italia in questa infamante categoria è in buona compagnia visto che l'eterea Premier inglese non se la cava di certo meglio, per non parlare del calcio dell'Est dove c'è anche chi immagina squadre «ariane» di improbabile fattura. Se il problema non è solo nostro, ma di un'onda lunga d'odio che avvolge un po' tutta l'Europa, forse a Bruxelles, oltre che di spread, tassi di cambio e aiuti finanziari, dovrebbero iniziare a parlare anche un po' di questo.

Dai blog