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C'era un tempo in cui la Lazio aveva il miglior attacco della serie A.

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Poivenne il tempo in cui Petkovic si accorse che erano solamente gli stessi ad andare a rete. Una volta Klose, una Hernanes e una Candreva. Infine piombò su Formello la maledizione delle trasferte. Quattro partite fuori casa senza reti (e senza i tre punti). Sei gol subiti e zero fatti. Così, al tramonto della diciassettesima giornata di campionato la Lazio s'è ritrovata settima nella classifica delle reti fatte a quota 24 gol, di cui diciassette realizzati all'Olimpico e solo sette lontani dalla Capitale, alle spalle di Roma (38 gol), la Juve (33), l'Inter che dovrà incontrare sabato sera per dimostrare che la Champions è un obiettivo alla portata (29), il Napoli (29), la Fiorentina (29), il Milan (28). Petkovic deve fare i conti con i numeri e la sua Lazio che: 1)va a segno sempre con gli stessi giocatori, tranne eccezioni; 2)può contare solo su Klose se parliamo di bomber di razza; 3)in trasferta non riesce a gonfiare la rete. Le cause vanno ricercate, come spiega il tecnico nella conferenza stampa di fine match a Bologna, nella mancanza di cinismo della squadra sotto porta. E forse ci sarebbe bisogno di una sana ignezione di personalità (discorso che non vale per tutte le maglie, ovvio). La prestazione di Kozak l'altro ieri sera ha lasciato troppo a desiderare. L'attaccante non è stato in grado di dare profondità alla squadra, ha giocato quasi sempre spalle alla porta e negli ultimi venti metri tutta la Lazio non è stata in grado di sfondare. Con Klose in panchina i gol non sono arrivati. Ed è chiaro che contro l'Inter il bosniaco dovrà affidare tutto nelle mani del tedesco se non per fiducia (che è massima), anche per necessità dato che Kozak s'è fatto espellere e vedrà la partita dalla tribuna, mentre Floccari è alle prese con un infortunio e potrebbe godersi il big match sul divano. L'attacco è spuntato. Klose dovrà trasformarsi in S.Klose: da qui a sabato dovrà finire di recuperare, giocare 90 minuti, correre, segnare e non farsi male neanche a un'unghia, perché se Petkovic dovesse girarsi indietro vedrebbe infreddolito e sotto una copertina di pail il giovane Rozzi che, probabilmente, sarà nel prossimo futuro in grado di regalare magie ma ancora non è iscritto all'albo dei fenomeni. C'è poi un ultimo dato da considerare, se si riflette sull'assenza di gol in trasferta. Le delusioni fuori casa sono arrivate sempre dopo un incontro di Europa League. Dopo i match di Maribor, Tottenham e Panathinaikos i biancocelesti hanno sempre accusato la stanchezza non solo della partita giocata ma anche della trasferta che, tra un aereo e un altro a distanza di poche ore, crea un effetto stress ai calciatori. La coppa conta, la coppa incide, la coppa stanca. Non è un caso se Petkovic ha dato per oggi un intero giorno di riposo ai suoi. La Lazio si riallenerà solo domani pomeriggio, dopo aver recuperato le forze. Perché con l'Inter non si gioca tutto, ma sicuramente molto.

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