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L'ha vinta anche lui.

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Sefosse finita diversamente, se ad esempio il piedone di Bradley non avesse cancellato il gol dell'ex di Aquilani, cosa si sarebbe detto di Zeman, delle sue scelte? Il boemo non si è smentito. Tre gregari preferiti a De Rossi, Stekelenburg a guardare dalla panchina Goicoechea, Osvaldo a fare il vice di Destro. Decisioni forti, rischiose. E vincenti. Perché la Roma ha dominato, ha portato a casa i tre punti e tutti si sono sacrificati per la causa. Anche chi è entrato in corso, come De Rossi. Per l'allenatore è la semplice normalità. «Ho 25 potenziali titolari - spiega Zeman - ma qui se non gioca uno si fanno polemiche. Cerco di fare le scelte migliori se si vince va bene altrimenti dite che sbaglio. Come sta vivendo questo momento Daniele? Gioca da tanti anni e ne ha viste di situazioni così. Mi rendo conto che quando uno non gioca non è felice, ma per me tutti partono alla pari e a seconda di cosa di fare li utilizzo. Tachtsidis ha fatto bene a parte il gol, De Rossi è un po' più lento ad impostare l'azione, quando è entrato eravamo in vantaggio e doveva pensare più alla protezione della difesa». Sulle altre scelte: «Osvaldo ha ancora problemi, ho scelto di utilizzare prima Destro e poi lui. Ma io vorrei farli giocare insieme. Intanto Pjanic mi ha dimostrato di poter giocare molto bene in attacco: in quel ruolo ci dà tanto anche in fase difensiva. Goicoechea in questo momento mi sta dando fiducia, mi piace come impostazione e non solo tra i pali. Stekelenburg ha ricominciato da poco ad allenarsi con noi». Inutile dire che la situazione di De Rossi pesi più delle altre. Il caso resta aperto, Baldini è dovuto tornarci sopra anche ieri: «In quell'intervista Zeman - sottolinea il dg - non ha detto niente che potesse ledere l'orgoglio di De Rossi. Quando abbiamo fatto il contratto a Daniele sapevamo di poterci permettere questo lusso: vogliamo un calcio sostenibile ma anche una squada che vinca il più presto possibile e i campioni, come Daniele, aiutano». Aiutano pure le vittore come ieri. Sdengo si gode la migliore prestazione stagionale, con quel pizzico di soddisfazione in più per aver battuto Montella che poteva essere al suo posto ed è rimpianto (e sponsorizzato) da parecchi. «Abbiamo fatto una buona gara contro un avversario che gioca e lascia giocare: se ce lo permettono, noi ne aprofittiamo. Ci stanno riuscendo le cose che cerchiamo di fare dall'inizio. La squadra stava bene anche prima, ci vuole applicazione. Abbiamo dimostrato di averla: volevamo questo successo e per vincere bisogna fare qualcosa in più del normale. Questa è una squadra nuova e c'è bisogno di tempo. I difensori, ad esempio, si stanno conoscendo tra loro e da un po' di tempo funzionano come reparto». Adesso si aprono orizzonti infiniti. «Il nostro obiettivo è superare tutti quelli che abbiamo davanti, sono ancora tanti e cercheremo di sorpassarli uno per volta. Potevamo avere otto punti in più e dire la nostra come antagonisti della Juventus, ma non li abbiamo percui ora bisogna stare zitti e pedalare». Dopo il giro delle tv, il tecnico arriva in sala stampa e trova una sciarpa sulla sedia. «Abbiamo vinto qualcosa?» chiede scocciato. Ha già capito il prossimo problema: l'entusiasmo eccessivo di una piazza che ha ricominciato a sognare.

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