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«Il boemo sta cambiando. E fa bene»

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L'excentrocampista della Lazio, prelevato nel '94 dal Torino per 5 miliardi delle vecchie lire su volontà del boemo, non ha dubbi: «Zeman è coerente con le sue idee. Quando non gioca all'attacco, è il primo ad ammetterlo. Io sono convinto che ogni partita vada interpretata singolarmente: se a Pescara servivano due centrocampisti al posto di due attaccanti, ha fatto bene a metterli». Già ai tempi della Lazio, c'è stato un episodio simile: dopo aver perso per 3-0 il derby d'andata, Zeman rivide le sue teorie e pensò al risultato più che al bel gioco. Venturin lo ricorda bene: «Il modulo era lo stesso di sempre, ma giocammo in maniera più accorta, senza rischiare. Mi mise fuori ruolo, sul lato sinistro della mediana, ma davanti c'erano comunque Signori, Casiraghi e Rambaudi. Non si poteva perdere. Era scattato qualcosa anche nei giocatori. Alla fine della partita Zeman non era contento della prestazione, ma avevamo vinto 2-0 (23 aprile 1995, ndr)». Gautieri, anche lui richiesto dal boemo e sbarcato a Roma nel '97 per 4 miliardi di lire, si concede qualche piccolo appunto tattico: «La mentalità è la stessa, solo che la squadra non riesce a reggere sempre il 4-3-3. A Pescara, per esempio, è sembrato più un 4-5-1 con gli ingressi di Perrotta e Tachtsidis. Vuol dire che cerca di difendersi e dare equilibrio alla squadra. I risultati gli stanno dando ragione». E su Totti: «Lui corre tantissimo e gioca tra le linee, fa un po' il trequartista». Zeman storcerà il naso, ma perdonerà il suo amico: «Ci sentiamo spesso, gli ho insegnato qualcosa anch'io - sostiene l'attuale tecnico del Lanciano - se è felice? Assolutamente sì».

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