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Il ct inglese stizzito «La mia nazionale non gioca all'italiana»

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L'ordinedel vecchio, caro e furbo Roy Hodgson è una e semplice: «Dobbiamo prendere il controllo della gara». Questa Inghilterra, d'altronde, è fatta così: pensa più alla sostanza che alla forma e bada più al sodo che allo spettacolo. Ma non ditele, nonostante si tratti di un puro e semplice dato di fatto, che sia anche un po' italiana nel modo di intendere il football. «Non so cosa voglia dire - risponde stizzito Hogdson - che la mia Nazionale giochi all'italiana». A zio Roy, però, l'Italia non dispiace affatto. «Sono impressionato dagli azzurri. Prandelli ha fatto un ottimo lavoro e può contare su un mix di giocatori esperti e di giovani ricco di qualità. Dobbiamo prendere il controllo della partita, altrimenti per noi sarà una notte molto lunga». Così lunga che potrebbe anche arrivare alla lotteria dei rigori, tradizionale spauracchio degli inglesi. «Sì, potrei fare dei cambi tattici se dovessero avvicinarsi i tiri dal dischetto». L'argomento cambi non riguarderà mai Rooney, autentico punto di partenza dell'Inghilterra: «Wayne è sempre uno dei migliori undici». Gerrard, come da copione, fa il capitano e il gentiluomo: crede nel passaggio del turno e ha una buona parola per tutti. Per Hart («é un portiere affidabile, se non il migliore al mondo»), ma anche e soprattutto per gli avversari di giornata. «Pirlo è un ottimo giocatore, è molto bravo nel possesso di palla e dobbiamo cercare di contenerlo. I complimenti di De Rossi e Marchisio mi hanno fatto enormemente piacere».

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