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La Ferrari:«Abbiamo sbagliato ma i giochi si fanno alla fine»

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«Bisognavarimescolare le carte per battere Hamilton, ci abbiamo provato ma non è andata bene. La scelta di non fermarsi più è stata presa di comune accordo fra muretto e pilota». Dunque, Alonso ha detto sì alla decisione dell'unico pit stop in Canada. Tattica grave per molti motivi. Innanzitutto gli strateghi della Ferrari hanno ignorato il prevedibilissimo crollo verticale delle gomme. Paul Hembery della Pirelli lo aveva detto. «Una sola sosta? Non credo». E non vale sostenere che il brusco degrado della mescole è stata una sorpresa perché a Sauber e Lotus non è successo. È noto che la F2012 consuma molto le mescole, mentre Sauber e Lotus sono più «gentili», e al muretto hanno già dimenticato che Perez in Malesia per poco non strappava la vittoria a Alonso, in crisi con le gomme. Errare è umano, perseverare è diabolico. Infatti, in Ferrari non hanno approfittato neppure dei claudicanti pit stop di Hamilton. Tabula rasa anche quando hanno visto che nel finale i rivali guadagnavano manciate di secondi a giro e che Vettel (stessa tattica di Alonso) con una sosta tardiva si stava prendendo il quarto posto ai danni del ferrarista. Al box del Cavallino sono rimasti a guardare la nave affondare. «Avremmo potuto salvare il quarto posto se ci fossimo fermati. Nessuno nega l'errore. Ma conta essere primi alla fine, in Brasile». La Ferrari sostiene che, senza far nulla, sarebbe arrivata seconda o terza (da provare), ma in un campionato in cui vincerà chi sbaglierà meno, sapersi accontentare è una vittoria. Montreal peserà?

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