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Rodriguez fa man bassa: tappa e «rosa»

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Maparlando di ciclismo, ciò non è necessariamente un male: infatti «vincere da favoriti» è un concetto nobile dello sport, che presuppone un'ottima testa, oltre che gambe in piena forma. Joaquim Rodríguez ad Assisi ha vinto proprio così la decima tappa del Giro d'Italia: tutti lo aspettavano a braccia alzate su un traguardo adattissimo a lui (al termine di una dura rampa), e lui non ha deluso: preparatogli il terreno dai compagni di squadra della Katusha (in particolare Moreno), il catalano si è mosso ai 700 metri, avvantaggiandosi con l'olandese Slagter (che poi si è piantato) e il polacco Huzarski (che ha chiuso al secondo posto a 2" da Rodríguez e anticipando la bella rimonta di Giovanni Visconti, terzo), e tenendo a distanza tutti gli altri big della classifica (compreso quel Pozzovivo che, poco prima, aveva accennato a sua volta una sortita, subito rintuzzata da Scarponi). Rodríguez quest'anno è entrato in una nuova dimensione, che l'ha portato a vincere un mese fa la sua prima classica (la Freccia Vallone), e che oggi ce lo rende in maglia rosa. Non che l'ex leader della classifica al Giro sia andato male (Hesjedal ha chiuso la tappa al sesto posto, ad appena 6" dal vincitore), ma la distanza tra i due alla vigilia era di soli 9", e tra distacchino e abbuono (20"), ecco che lo spagnolo si ritrova ora con 17" sul canadese. Terzo della generale, quel Tiralongo che abbiamo visto vincente a Rocca di Cambio, e che anche ieri ha messo il naso davanti, sulla rampa di Assisi. Quel che più conta, Rodríguez ha ora un vantaggio di un minuto (secondo più, secondo meno), sui più vicini favoriti della vigilia (Kreuziger, Basso, Scarponi), e non sarà facile per questi ultimi abbattere tale gap; di sicuro non oggi, nella Assisi-Montecatini: tappa interminabile (255 km) ma facile, attendonsi sprinter all'opera.

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