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Lamela, Bojan e De Rossi tre lampi verso il futuro

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LaRoma riesce almeno a non rovinarsi l'ultimo atto di una stagione sciagurata: 3-2 ai resti del Cesena retrocesso e ultimo della classe, tre punti, settimo posto salvato e diritto di prelazione per un eventuale ripescaggio in Europa (causa eventuali disgrazie giudiziarie di chi sta sopra) conservato. Queste sono le conseguenze che consegna alla storia la tipica partita da ultima giornata, giocata a ritmi balneari nonostante un clima invernale. Niente di più, fatta eccezione per l'ultima in giallorosso (la 143esima) di Cassetti, la mancata doppietta di Totti utile per arrivare a 10 centri di stagionali e la sorprendente panchina di Osvaldo (un segnale per il futuro ?). Cronaca di una quasi amichevole con tre punti in palio. Quel che resta del Cesena e una Roma tutto sommato spensierata fanno quello che possono. Giochicchiano, mettendo in mostra i (pochi) pregi e(tanti) difetti di tutta una stagione. I balli proibiti della sgangherata difesa romanista riescono a fare danni anche l'ultimo giorno di scuola: Del Nero, dopo 9', ha il suo momento di gloria. La reazione, comunque, produce il ribaltone in quattro minuti, dal 27' al 31': Bojan, di testa, impatta e Lamela, concludendo nel migliore dei modi una splendida combinazione con Totti e Bojan, sorpassa. Nella ripresa c'è spazio per i saluti e i baci, in campo, per Cassetti, per la capocciata del 3-1 di De Rossi al 48', per due interventi di Ravaglia su Totti e per tre gol facili facili pappati da Rosi, Bojan e Greco. Santana, al 90', riesce addirittura a riaprire una partita già morta e sepolta. Ma il Cesena non è il Manchester City, la Roma non è il Qpr e due minuti di recupero sono troppo pochi per rovinare il regalo d'addio a Luis Enrique. Adios, ma almeno con tre punti. M.D.S.

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