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Ho sbagliato, ma quanto moralismo

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Delio Rossi parla dopo l'aggressione a Ljajic e la squalifica di tre mesi «Toccata la mia famiglia». Il padre del calciatore pronto alla denuncia

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DelioRossi ci mette la faccia, una faccia mortificata, ma carica di dignità. «Ho sbagliato e chiedo scusa a tutti. Ho pagato, sto pagando, pagherò. Ho visto molti moralisti, si sono permessi di dare giudizi senza conoscere la storia di un uomo. Ho cominciato ad allenare i bambini del Foggia per portarli via dalle strade, gli operai nel dopolavoro, in serie C vincendo i campionati, e le volte che non ho vinto sono tornato indietro per ripartire daccapo. Ho solo e sempre lavorato, sono per la cultura del lavoro». Quello dell'ex allenatore della Fiorentina é un monologo, preferisce evitare domande perché l'argomento da chiarire - semmai - verrà chiarito in futuro. La scintilla che ha fatto innescare la miccia é comunque ben comprensibile dalle parole successive del tecnico romagnolo. «Su alcuni punti fermi non transigo - chiarisce Rossi - sono il rispetto della mia persona, del lavoro, della squadra che alleno e soprattutto della mia famiglia. Sono state toccate queste situazioni. Il gesto è stato brutto, deprecabile. Hanno detto che se fossi stato furbo l'avrei dovuto fare negli spogliatoi invece che davanti alle telecamere. Mi chiedo, allora quello sarebbe stato virile? Non mi sembra giusto. Un gesto sbagliato resta un gesto sbagliato. Non ho mai detto di essere Padre Pio, andate a chiedere ai bambini e ai giocatori che ho allenato, anche stranieri: non mi sono mai permesso di alzare le mani verso nessuno, neanche sui miei figli». Ljajic ha insultato i familiari di Rossi, e pur recitando l'atto di dolore sul suo social network preferito, il giocatore evita di metterci la faccia mentre il padre - dalla Serbia - minaccia di rivolgersi alla magistratura ordinaria per denunciare penalmente Rossi. La città continua a essere al fianco dell'allenatore, come testimonia lo striscione attaccato alla cancellata dello stadio: «Da mercenari circondato, uomo vero ti sei dimostrato». Delio Rossi saluta Firenze, lasciando un pezzo di cuore in riva all'Arno. «È stata un'avventura in cui ho creduto e credo ancora - sottolinea l'allenatore - ringrazio la famiglia Della Valle che mi ha permesso di viverla nel presente, e mi auguravo anche nel futuro. Chiedo scusa per l'episodio». L'ultimo pensiero non può che andare ai suoi ragazzi, ancora in lotta per una salvezza quantomai complicata. «La barca è quasi in porto, bisogna solo mettere l'ancora - conclude Rossi - ma la palla rotola ancora. Gli allenatori passano, i giocatori passano, i colori restano. Per cui a Firenze e ai tifosi della Fiorentina dico di stare vicino ai fratelli Della Valle e a questi giocatori in questi ultimi centoottanta minuti che mancano alla fine del campionato». Delio Rossi saluta e se ne va. In sua difesa arrivano anche le parole del presidente federale Giancarlo Abete: «Una persona può sbagliare - sottolinea il numero uno di via Allegri - si possono commettere degli errori più o meno gravi, ma non si può sbattere il mostro in prima pagina. Delio Rossi insieme alla sanzione merita anche il rispetto, perché è sempre stato un professionista esemplare».

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