Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

di Luigi Salomone La solita storia: sono dodici le sconfitte in campionato.

default_image

  • a
  • a
  • a

DecideDi Natale (nel finale c'è il giallo col raddoppio di Pereyra) e fa scivolare i biancocelesti al sesto posto per la classifica avulsa del mucchio di squadre a quota 55 punti. La squadra di Guidolin resuscita contro la Lazio dopo aver vinto solo una partita delle ultime nove ma ormai la banda di Reja si è specializzata nel rilanciare tutte le formazioni in crisi della serie A. Anche stavolta la lista degli assenti è lunghissima: gli infortunati Stankevicius, Radu, Brocchi, Lulic, Hernanes e Klose oltre allo squalificato Candreva non sono a Udine per provare a riscattare il punto conquistato nelle ultime tre partite. Reja sceglie il 4-4-1-1 con Garrido esterno alto e il recupero di Konko sull'altra fascia. Dopo mezz'ora anche Matuzalem alza bandiera bianca per un problema muscolare: entra Cana ma l'ecatombe continua. Pochi minuti ancora e tocca a Biava lasciare spazio a Diakité. Due cambi sprecati per colpa della sfortuna che ormai ha deciso di ridurre ai minimi termini la banda di Reja. Il primo tempo è bruttissimo, entrambe le squadre hanno paura di subire il contropiede e cercano di non scoprirsi. Una conclusione di Pinzi fermata da Marchetti, la pressione friulana ma una sostanziale buona difesa dei biancocelesti: tutto qui. E poco prima del fischio dell'impomatato Bergonzi per mandare tutti negli spogliatoi per l'intervallo, Rocchi ha sulla testa il pallone del vantaggio ma Handanovic respinge in angolo il tiro del capitano. La ripresa è in fotocopia: l'Udinese almeno ci prova, la Lazio no. Si chiude dietro, rischia poco se non per due tiri dalla distanza di Asamoah e Basta ma si consegna comunque agli avversari. Anche perché i friulani hanno Di Natale che al 23' fa secco Marchetti alla prima distrazione difensiva di Dias. Reja assiste dalla panchina all'ennesima sconfitta ricorrendo alla mossa della disperazione: dentro Kozak al posto di uno spento Garrido. La reazione non si vede o meglio non esiste perché la Lazio è già finita da un paio di mesi e si sta solo trascinando stancamente senza né capo né coda. Tanti palloni buttati nell'area friulana ma le gambe non girano, le idee sono annebbiate, gli schemi sono inesistenti e la sconfitta è una garanzia inevitabile. Poi la beffa finale: fischio sospetto dalla panchina Udinese, i laziali si fermano, Pereyra segna. Protesta Dias, tutti intorno a Bergonzi che alla fine assegna il gol e chiude la partita espellendo il brasiliano. Scendono sul campo anche Tare e De Martino, scoppia il caos perché mancavano una quindicina di secondi alla fine e la Lazio aveva l'ultima possibilità per provare a pareggiare. Marchetti spinge Bergonzi e forse sarà sanzionato nel referto dall'arbitro genovese, non si capisce nulla anche se alla fine la sostanza cambia poco: 1-0 o 2-0 sempre Lazio battuta. E mercoledì col Siena ci sarà difficoltà a trovare 11 giocatori tra squalifiche infortuni.

Dai blog