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Juventus e Milan, vietato sbagliare

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«Rimaniamocon i piedi per terra: prima di parlare e di fare festa, è meglio vincere», è il logico ritornello recitato da Conte. Il quale poi, con la solita espressione truce, spiega che «chi vince, scrive la storia. E questo per noi deve essere uno stimolo feroce. Stiamo vivendo una stagione straordinaria, con risultati al di là delle più rosee previsioni. Ma i nostri numeri da primato devono essere accompagnati da un successo. Nessuno si ricorda che io, da calciatore, ho perso un Mondiale e un Europeo contro Brasile e Francia. Nessuno si ricorda dei miei cinque secondi posti con la Juve: tutti, invece, sanno dei cinque scudetti che ho vinto in bianconero». Analisi che alla fine non fa una grinza. Oggi, a Cesena, Matri sostituirà quasi certamente lo squalificato Quagliarella e la squadra tornerà al 4-3-3. Dal canto suo il Milan, tra una voce di Capello e l'altra, prova ancora a crederci: «Arrivare secondi brucia - ha ammesso ieri Allegri - e noi dobbiamo tenere aperta una porticina per lo scudetto. La Juventus ha un grande vantaggio, ma può ancora succedere di tutto. Intanto, torniamo a vincere in casa. Se poi la Juve farà 86-87 punti, avrà disputato un campionato straordinario. Io comunque resto positivo anche se dopo la sconfitta a Barcellona, con due rigori subiti in un tempo, abbiamo sbagliato due gare casalinghe in campionato. Dobbiamo crederci ancora». Per costruire quale futuro, però, non si sa: «Intanto mi gioco lo scudetto finché posso, il resto non ha senso. Capello di nuovo al Milan? Sono decisioni che spettano alla società. Per ora tengo duro, almeno per i capelli. Se però continuo così, li perderò tutti».

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