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Una sfida nella storia

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Totti e Del Piero

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Una stretta di mano, novanta minuti di battaglia e un arrivederci a chissà quando. Domenica a Torino si scrive il capitolo finale di un romanzo: è l'ultima sfida tra Del Piero e Totti, le uniche bandiere sopravvissute nel calcio italiano. Juventus-Roma, crocevia per lo scudetto accarezzato dai bianconeri e la Champions sognata dalla banda di Luis Enrique, è anche una serata piena di nostalgia. I «vecchietti» si incontrano nel nuovo stadio bianconero per un evento unico, irripetibile. Così ha deciso la famiglia Agnelli: Del Piero si ferma qui e deve traslocare, mentre Totti ha ancora un paio di anni, o forse più, per riempire le pagine della storia romanista. Domenica si chiude un'era, quella dominata dai due numeri 10 che a braccetto sono arrivati più lontani di Baggio, hanno alzato al cielo la Coppa del Mondo a Berlino e, nel frattempo, a differenza del «Codino» si sono legati a vita alle rispettive squadre del cuore. Del Piero non l'ha abbandonata neppure in serie B, Totti ha rispedito al mittente i milioni offerti da Milan e Real Madrid. Da venti anni trascinano Juventus e Roma, ma sono ancora pieni di energie: basta ricordare l'ultima giornata di campionato, quando entrambi sono andati a segno nel giro di pochi minuti con i gol decisivi. «Magari potesse accadere tutte le domeniche» ha commentato Totti. Ancora non sapeva che la sfida successiva sarebbe stata contro l'amico Alessandro. Per l'ultima volta, perché la Juventus lo ha messo alla porta con largo anticipo, calpestando i sentimenti di una tifoseria intera. Panchinaro silenzioso, mai una polemica, rinato sul campo e di nuovo utilissimo per la rincorsa tricolore di Conte, Del Piero sta vivendo «la stagione più complicata della mia vita - come racconta a Vanity Fair - perché mi ha messo di fronte a una realtà che non avevo mai conosciuto: quella di chi gioca poco o niente». Alex ammette di esser «rimasto sorpreso» quando Agnelli ha annunciato che la società non intendeva rinnovare il contratto in scadenza a giugno. Chiudere la carriera alla Juventus «era quello che sognavo. Ma lascio da capitano, senza fare polemiche: ci sono uno scudetto e una Coppa Italia da vincere». Manca poco, l'ultimo scoglio per il tricolore, calendario alla mano, sembra proprio la partita con la Roma. E Totti, stavolta, proverà a dargli un dispiacere. Lui sicuro di un posto da titolare, mentre Del Piero potrebbe partire ancora dalla panchina. «Sfidare la Juventus senza Alex non sarà più la stessa cosa» ha spiegato il capitano romanista, che osserva con perplessità il trattamento riservato al collega. A dire il vero anche Totti ha iniziato la stagione con parecchi dubbi, convinto da qualcuno che la Roma degli americani, e soprattutto di Baldini, volesse farlo fuori. Superato lo choc iniziale, tra un «pigro» male interpretato e l'inspiegabile sostituzione con lo Slovan Bratislava, col passare dei mesi è nato un bel feeling con Luis Enrique che ora, quando sta bene, lo fa giocare sempre. Dall'altra parte Del Piero non si sente finito. «Smetterò quando decido io. Il futuro? Un cambiamento enorme che un po' mi spaventa». Tra le tante ipotesi, c'è anche la Major League americana, laggiù dove Francesco passerà spesso con la Roma. Per vederli giocare di nuovo uno contro l'altro, magari, basterà spostarsi oltre l'Oceano.

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