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Masiello vuota il sacco e lascia il carcere

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Ildifensore dell'Atalanta da ieri sera è agli arresti domiciliari a Bergamo. Interrogato per sette ore in due giorni, ha confermato tutti i tasselli dell'impianto accusatorio della Procura. Decisivo è stato il riconoscimento di «mister X», Carlo Quarta, l'imprenditore del settore alimentare di Lecce, quasi 40enne, che nell'agosto scorso ha consegnato al «Thuram bianco» una valigetta con oltre 250mila euro, come «onorario» per aver truccato il derby Bari-Lecce del maggio 2011. E se Masiello torna a casa, gli altri due complici nella realizzazione del «protocollo» ideato dal calciatore, Fabio Giacobbe e Gianni Carella, restano in carcere. La scarcerazione è stata rigettata dal gip, perché i due verosimilmente non sono stati ritenuti collaborativi in tutti gli aspetti della vicenda, in particolare proprio sul nodo del riconoscimento del presunto emissario del Lecce. Adesso si attendono le prossime mosse degli inquirenti che potrebbero già stamattina decidere di ascoltare l'imprenditore salentino - candidato alle elezioni comunali - iscritto nel registro degli indagati: è un volto noto nella vita mondana della città del barocco, molto vicino alla famiglia del presidente del Lecce Semeraro. Infine dall'interrogatorio davanti al gip Ciro Angelillis dell'ex tecnico del Bari, Giampiero Ventura, il 7 febbraio scorso, risulta evidente come nello spogliatoio dei biancorossi ci fosse stata una forte frattura tra il gruppo che si riconosceva nel capitano Gillet e quello che aveva tra i leader Andrea Masiello: quest'ultimo accusava il belga di essere con la fascia al braccio «poco rappresentativo della squadra». E proprio questo fu l'oggetto del contendere che portò i due alle mani sui gradoni dello stadio San Nicola. Ma di questa zuffa, Ventura, non se ne accorse, e gli fu riferito solo di una discussione animata. Sul 3-3 a Udine, stagione 2009-10, ha spiegato che era una partita classica di fine campionato, «dominata da noi», nella quale «i punti non interessavano concettualmente».

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