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Cassano: «Ho avuto paura di morire»

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Itimori e le paure dell'uomo si intrecciano con i sogni del calciatore, tutto colorato dalla solita goliardia. «Ho avuto paura di morire - afferma il talento rossonero ai microfoni di Studio Sport - e passata quella ho pensato di smettere con il calcio. Quattro giorni prima di operarmi ho vissuto molte ore con l'angoscia: non temevo per me, ma per mio figlio, mia moglie e tutti i miei cari». Un'esperienza traumatica che ha cambiato l'uomo Cassano. «Mi hanno fatto piacere le manifestazioni d'affetto che tante persone hanno avuto modo di dimostrarmi. Non pensavo che così tante persone mi avessero a cuore: mi ha chiamato Mourinho, Capello, Iniesta. Ma vedrete - agiunge - appena sbaglio due passaggi, tutto tornerà come prima. E torneranno a chiedersi se sono buono oppure no...». Poi Fantantonio torna nuovamente serio quando ripercorre il trauma vissuto. «Se avessi avuto questo problema in altre squadre - confessa - non so se in altri club mi avrebbero curato bene così come hanno al Milan. Voglio ringraziare Berlusconi, Galliani, ma soprattutto il professor Tavana che mi ha salvato la vita riprendendomi per i capelli. Senza di lui, non voglio pensare come sarebbe finita questa storia. Se fra sei mesi, un anno, mi dovessi accorgere di non essere più un giocatore, arrivederci e grazie. Non aspetterei un attimo ad appendere le scarpe al chiodo. Voglio essere ricordato per essere stato un grande giocatore, non per uno che si trascinava in campo. Il Barcellona? È imbattibile, ma in Italia il campionato lo vinciamo noi, non stiamo qui a pettinare le bambole... Le scommesse? Se dovessero arrivare conferme, dovrebbero radiarli tutti». Bentornato Cassano, genio e sregolatezza.

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