
Jenson: tutto perfetto, puntiamo al Mondiale

Luidi proclami non ne fa, è tanto «a modino» e garbato, ma quando guida, è spietato. In Australia ottiene il tris di vittorie: 2009, 2010 e 2012. Tredicesimo successo in carriera, altro che gregario. Vince e convince con l'unica monoposto che non ha il gradino, elegante ma soprattutto fluida, mai un sussulto di troppo nelle chicane, affidabile e veloce. E ha pure interpretato la norma sul divieto degli scarichi soffiati nel modo più fedele possibile. «Iniziare l'anno con una vittoria è importante. Non ho mai corso così bene a Melbourne. Dopo la pole di Lewis e la vittoria di oggi, siamo in una posizione ideale per le prossime gare e per il Mondiale – ha commentato l'ex iridato - Ogni vittoria significa molto per un pilota e per noi come squadra è il frutto meritato di quanto fatto durante l'inverno. Siamo partiti col piede giusto, un grande ringraziamento a tutto il team». Battistrada indiscusso, margine incolmabile, ha vissuto un solo attimo di incertezza, la safety car. «La più grande preoccupazione è stata la safety Car. Quando hai 10 secondi di vantaggio ti senti al sicuro, ma la gara è stata neutralizzata ed ero preoccupato per la temperatura delle gomme. Sono stato però in grado di mantenere il calore dei pneumatici e risparmiare un sacco di carburante, che era la cosa più importante per noi». Sonoramente sconfitto, ridimensionato e anche un tantino arrabbiato, Hamilton. Partiva dalla pole, aveva immaginato un pomeriggio di gloria e invece si è dovuto complimentare con il compagno di squadra: «Sono deluso. Non so davvero cosa sia successo, ho semplicemente fatto fatica. La brutta partenza ha compromesso tutto e non ero veloce come gli altri. Ora penserò a concentrarmi sulla Malesia, lavorerò a testa bassa perché ci sono così tante gare da disputare che conterà la costanza». Caratteristica che a dir il vero gli difetta. Il team principal della McLaren, Whitmarsh, non si esalta: «Felici, godiamoci questa partenza. Mi piacerebbe vincere sempre così, ma so che non sarà possibile». Gia. Ori.
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