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Comunque finirà non sarà decisiva

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Anticipa,la sfida di San Siro tra le duellanti, tutto il resto dell'altro campionato, quello che limita le aspirazioni di tante, l'ultimo posticino disponibile per affacciarsi all'Europa della nobiltà. Sulla Juventus, che arriva all'appuntamento da imbattuta dopo ventitré risultati utili, il Milan ha un punto di vantaggio, ma anche una partita in più. Dovesse subire l'ennesimo controsorpasso, si potrebbe già parlare di «fuitina», anche se lo striscione di arrivo è molto lontano. Certo, sarebbe la quinta sconfitta per i campioni in carica, dato statistico non incoraggiante per una conferma tricolore. La battaglia da vertice ha riscosso un'eco mediatica perfino spropositata, neanche la finale di un Mondiale si sarebbe guadagnata così assidue attenzioni. Anche perché la lunga vigilia è stata movimentata dalla vicenda di Ibra, al quale è stata infine confermata la punizione più severa, che forse non avrebbe meritato. L'impressione è che la sentenza d'appello sia stata influenzata dal precedente della riduzione di pena, quando Ibra aveva colpito Rossi con violenza innegabile, al contrario del buffetto ad Aronica. Giocatore determinante come nessun altro, Zlatan, ma il Milan ha in riserva carte altamente qualitative, anche se pesa anche il forfait di Boateng. Sembra più compatto, se si guarda alle seconde linee, l'organico di una Juventus che finora Antonio Conte ha gestito in modo impeccabile sul campo, un po' meno sul piano dialettico. Comunque finisca, il match del Meazza esprimerà comunque giudizi tutt'altro che definitivi, a due terzi del cammino. La sola certezza riguarda un duopolio destinato a protrarsi fino alla conclusione di una vicenda che ha regalato, e regalerà, emozioni ma anche qualità.

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