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Buttata una grande occasione

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Se Petrucci ha preso male il «no» di Monti alla candidatura di Roma per i Giochi del 2020, loro, gli sportivi, attori protagonisti del nostro movimento, non l'hanno presa di certo meglio. C'è amarezza diffusa nel mondo agonistico, soprattutto perché la chiusura del governo dimostra ancora una volta quanto marginale sia concepito lo sport in questo Paese: sbagliando. Ad aprire la pagina dell'amarezza, nemmeno a dirlo, il capitano giallorosso Francesco Totti che da romano non si tira indietro sull'argomento. «Come sportivo, romano e italiano mi rattrista molto. Avere perso la speranza di potere concorrere all'assegnazione delle Olimpiadi 2020 a Roma è un peccato veramente». Un delle nostre speranze di medaglie a Londra 2012 non si distacca molto dal pensiero del romanista, pur cercando di comprendere la decisione del premier. «Non provo rancore nei confronti di Monti. Ha preso una decisione difficile. Ma spero che i nostri governanti vengano a Londra, per vedere le emozioni che sa regalare lo sport e un'Olimpiade. Il "no" a Roma è un segnale preoccupante, perché vuol dire che davvero la situazione del nostro paese è molto difficile». Una decisione che era già nell'aria secondo l'altra azzurra della scherma Giovanna Trillini. «Era una decisione che era nell'aria perché si è andati un po' troppo per le lunghe. È un peccato per il mondo dello sport, molti ci speravano, sia sotto il profilo sportivo che per un rilancio economico». Più asettico l'ex pilota di F1 Alex Zanardi che a Londra andrà in un secondo momento per le Paralimpaidi. «Il no di Monti? È una cosa di cui prendere atto. Chi sa più di noi ha stabilito che nella lista delle priorità le Olimpiadi non sono nei primi posti. È una decisione che va accettata, se le cose dovevano andare ancora così accetto di buon grado, anzi come cittadino mi sento anche un po' sollevato». Duro invece, soprattutto per le modalità, l'ex olimpionico azzurro della ginnastica Jury Chechi. «Il mondo italiano si era esposto molto per questa candidatura che poteva dare rilancio all'Italia. Il Governo sta pensando bene al nostro presente ma bisognerebbe lavorare anche sul futuro. Abbiamo fatto un'italianata, non si aspetta l'ultimo momento per dire "no". Se il era già stato deciso bisognava dirlo prima anche perché così si è fatta brutta figura agli occhi del Cio. La tempistica non mi è piaciuta molto però la decisione negativa era nell'aria. Facevo parte del comitato promotore, il progetto era buono, anzi come anche l'ha definito Monti era perfetto. È mancata la voglia di rischiare ma va bene, così è la vita». Altro parere negativo alla decisione del governo dalla campionessa di windsurf Alessandra Sensini, un altro degli orgogli azzurri in giro per il mondo. «Come sportiva sono molto rammaricata perché per gli atleti italiani poter partecipare ad una Olimpiade nel proprio Paese sarebbe stato fantastico. Io il titolo mondiale che ricordo in maniera speciale è quello del 2006 vinto al Lago di Garda davanti ai miei tifosi. Sono momenti particolari che rimangono nella storia, poi dal punto di vista economico-finanziario non posso che rimettermi alla decisione del Premier. Certo stiamo vivendo una situazione molto particolare, ma spero che il governo abbia valutato tutti gli aspetti per arrivare a prendere un decisione di questo genere, perché per tutto lo sport italiano poteva essere un'occasione di sviluppo anche economico». Guarda al futuro con atteggiamento negativo anche un altro grande ex del nostro sport, ora impegnato da dirigente: sempre nello sport ovviamente come Dino Meneghin. Il «colosso» del basket italiano non nasconde la sua perplessità per le decisione del governo. «Era nell'aria perché i dubbi c'erano e dal Governo non è mai arrivato un sì di minima... Da sportivo mi dispiace, perdiamo un'occasione rara - prosegue l'ex campione - però, vista la situazione economica del Paese, la strada forse è questa. Certo, il no di Monti è un altro segnale negativo». Fuori dal coro l'ex velocista Mennea che ha definito la risposta di Monti «una decisione di grande responsabilità». Tiza. Car.

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