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La Roma è già nel futuro

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Luis Enrique

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Anticipare il futuro. La Roma americana se lo è messo in testa sin dall'inizio e non ha tradito la promessa. Oltre ai vari Lamela, Pjanic e Borini presi sul mercato, sono quattro «ragazzini» lanciati in prima squadra da agosto, l'ultimo è Giammario Piscitella, 19 anni da compiere a marzo e un debutto da incorniciare. Dopo il quarto d'ora con l'Inter, a Catania è stato preferito a Bojan. Ieri dopo l'allenamento Luis Enrique si è fermato in campo per oltre venti minuti a parlare col giovane spagnolo: dopo l'ennesima bocciatura tecnica l'ex blaugrana, sempre più sconsolato, ha bisogno di spiegazioni. Ma il tecnico continua a non fare sconti a nessuno e a non guardare la carta d'identità. Prima di Piscitella, Caprari (già buttato nella «mischia» da Montella l'anno scorso), Viviani e Verre - rispettivamente classe '93, '92 e '94 - avevano giocato nelle prime e sfortunate gare ufficiali della stagione contro lo Slovan Bratislava. Lì si esagerò, visto che in panchina ci finirono Totti, Borriello e Perrotta, ma almeno s'è capito subito che aria tirava. Viviani ha avuto altre chance, una da titolare con la Juve, Caprari è andato al Pescara di Zeman, Verre è tornato con i coetanei e gira per le vare nazionali giovanili. Luis Enrique non ha improvvisato. Tutt'altro: ha portato i migliori della Primavera al ritiro di Riscone, segue e studia tutte le partite della squadra di Alberto De Rossi, con tanto di dati registrati insieme al suo staff sull'immancabile iPad, e ha chiesto alla società di sfoltire il più possibile la rosa per far allenare i giovani stabilmente con i «grandi». Primavera e non solo: ultimamente diversi giocatori degli Allievi Nazionali di Sandro Tovalieri. per esempio i fratelli Ricci, hanno partecipato alle sedute insieme a Totti & Co.. Il colloquio tra i vari tecnici è costante. De Rossi, ad esempio, su input di Luis Enrique, ha modificato il sistema di gioco della Primavera seguendo il modello della prima squadra, seppur contiunando a usare il modulo 4-2-3-1: tanto possesso palla, azione che parte dal portiere e passa per i centrali difensivi. Così l'addestramento al «tiqui taca» inizia presto, come accade ai giovani del Barcellona, e il salto tra i grandi diventa meno traumatico. È dai tempi di Daniele De Rossi e Aquilani che la Roma non riesce a costruirsi in casa un giocatore di livello. Fatta eccezione per Rosi, tutti gli altri migliori prodotti della Primavera si sono persi in giro per l'Italia, anche gente come Cerci che sembrava pronta per un grande futuro in giallorosso. Ma adesso qualcosa sta cambiando. Luis Enrique punta forte su Piscitella e Verre, aspetta Nico Lopez (ora al Viareggio con la Primavera) e non perde di vista gli altri, anche quelli girati in prestito. La società, sin da agosto, ha diviso in due il settore giovanile, con le squadre dei «primi calci» fino ai Giovanissimi Nazionali sotto l'egida di Bruno Conti, mentre Allievi e Primavera sono sotto il diretto controllo di Sabatini e del suo vice Massara. Il ds segue con attenzione i campioncini di casa e ne cerca altri in tutto il mondo: tra questi il serbo Jankovic della Stella Rossa, classe '95. In estate a Trigoria sono arrivati i due campi in sintetico, in futuro si lavorerà alle «academies» negli Stati Uniti per scovare talenti anche Oltreoceano. Si diventa grandi anche così.

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