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Canale e Bortolami per l'impresa

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Acadere sul parquet del Flaminio è stata Montegranaro superata 76-69. L'avvio della nuova avventura da capo allenatore, per il baffuto coach capitolino, è stata in salita. La tripla d'apertura di Kakiouzis è stata illusoria perché la Fabi Shoes ha iniziato a macinare gioco, più fluida, più libera nella mente, senza grande pressione. E sostenuta da buone percentuali la squadra marchigiana ha fatto tornare nella mente dei giallorossi i fantasmi che il cambio tecnico non è certo riuscito a scacciare. Il croato di passaporto italiano Sandro Nicevic ha dettato legge con quel tiretto frontale che ha fatto la sua fortuna. E non appena anche Zoroski, Karl e Di Bella hanno trovato spazio per aprire il fuoco di fila la forbice a vantaggio degli ospiti s'è dilatata (5-14 al 5'20"). L'uscita quasi contemporanea dal legno di Gordic e Djedovic, quest'ultimo irritante e deleterio, ha dato la scossa a una squadra imbambolata. Lavorando un po' più duro in difesa e appoggiandosi a Slokar l'Acea ha riguadagnato terreno. C'è stato spazio anche per Varnado, dentro per la sua prima capitolina dopo 6'17", e il lungo dalle braccia chilometriche s'è sbattuto in difesa trovando i suoi primi due punti con una schiacciatona. Accanto a lui Calvani ha spedito, per formare una coppia intimidatrice, anche Crosariol e al 10', grazie a due punti dell'uomo mascherato Datome, il punteggio s'è fissato sulla perfetta parità a quota 18. Tucker ha insaccato dalla lunghissima per il 23-21 ma la Fabi Shoes ha trovato la replica immediata di McNeal e così gli avversari hanno d nuovo pigiato sull'acceleratore sfruttando una Roma incapace di trovare ritmo. Di nuovo avanti di 9 Montegranaro, 27-36 con Zoroski, prima che l'Acea trovasse un importante break di 5-0 (Gordic e tripla di Kakiouzis) per il 32-36 che ha accompagnato le due squadre nello spogliatoio per l'intervallo lungo. Il rientro in campo di Roma è stato rabbioso. S'è alzata l'intensità difensiva e Gordic è riuscito a dettare il ritmo con più lucidità innescando con puntualità la transizione offensiva che ha consentito a Slokar di trovare spazi importanti che hanno regalato il +5 (41-36). Poi sulla partita s'è abbattuto con tutto il fragore della sua innata classe il ciclone Datome. Il sardo s'è liberato da un timore forse figlio della vistosa protezione al naso. La mano fata ha iniziato a sparare con precisione verso canestro e Roma è scappata fino a raggiungere il + 14, 54-40. Ma come già accaduto in passato l'Acea s'è complicata la vita non azzannando l'avversaria in difficoltà. Errore commesso anche nell'ultimo quarto quando ancora lo splendido Datome e Mordente hanno regalato un +17 (67-50) che l'Acea non ha gestito al meglio. Dopo qualche titubanza di troppo la pratica è andata in archivio per una vittoria che da punti e fa morale in vista della trasferta di domenica a Varese.

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