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«Non si doveva giocare»

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Lotito: «Altre gare rinviate, due pesi e due misure Sul campo ghiacciato abbiamo perso tre giocatori»

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a.L'ultimo imprevisto è stato il ritardo di circa un'ora dell'aereo che ha riportato la squadra a Roma da Genova, sgradito corollario di una due giorni in cui, dalla nevicata di venerdì col campo di Formello inagibile all'autostop di Diakité, è successo di tutto. In mezzo c'è stata la gara, il campo ghiacciato, i quattro infortuni e l'amara sconfitta. Solo sfortuna? Non la pensa così la società biancoceleste. Reja e la squadra preferiscono il silenzio («se parlo faccio danni alla Lazio», sussurra il tecnico prima di lasciare Marassi), a esternare tutta la rabbia ci pensano Lotito e Tare. Il presidente si era già sfogato nell'intervallo. Le sue ire, in zona buffet, si erano rivolte ai dirigenti del Genoa, che non sarebbero stati d'accordo con la Lazio per il rinvio della gara. Poi, a fine partita, la bile è aumentata a tal punto da far dimenticare anche l'inibizione: «Non si può giocare sui campi dove non ci sono le serpentine per il riscaldamento - tuona in zona mista - ci abbiamo rimesso quattro giocatori, il terreno era una lastra di ghiaccio. Chi ci ha imposto di giocare ha fatto una cosa scorretta. Dopo il Milan non ci siamo praticamente allenati senza poterlo fare neanche a Genova». Un flash che riassumeva le posizioni già espresse dal direttore sportivo Igli Tare ai microfoni televisivi: «Abbiamo cercato fino all'ultimo di rinviare la partita ma per la Lega il campo era agibile - attacca - invece abbiamo giocato su un terreno inadeguato». Nel mirino c'è la Lega di A del cosiddetto «amico» Beretta: «Partite come quelle della Roma sono state posticipate, sono stati utilizzati due pesi e due misure», continua Tare, «siamo danneggiati sul piano del risultato, sul piano economico, sul piano degli infortuni. Non è una lamentela per la sconfitta, già prima della gara avevo detto le stesse cose. Ci giochiamo obiettivi importanti e pretendiamo rispetto». Poi arriva il racconto della folle preparazione alla gara: «Siamo venuti qua senza un allenamento. Diakité è venuto a piedi da Cesano a Formello, due ore tra la neve. Ieri (sabato, ndr) abbiamo lavorato su un campo di calcetto. Nei prossimi giorni avremo l'impegno di coppa con l'Atletico Madrid e non possiamo arrivarci in queste condizioni». Poteva esserci il rinvio per questi motivi? La domanda, più che alla Lega, andrebbe girata al Prefetto di Genova. Non ci sono precedenti simili né regole specifiche. Fatto sta che, di fronte a una situazione di tale emergenza (la Lazio nelle richieste di rinvio ha citato il sindaco Alemanno, che consigliava ai romani di non uscire di casa), poteva forse essere preso un provvedimento altrettanto eccezionale. Tutto finito? Non proprio. Perché giovedì c'è già l'anticipo col Cesena per lasciare domenica l'Olimpico all'Italrugby. Il meteo prevede altra neve su Roma e un rinvio alla Lazio, complice l'emergenza infortuni, non dispiacerebbe. Appuntamento al prossimo round.

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