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di Gianfranco Giubilo Fa una strage, il maltempo.

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Neanchea Milano la neve ha dato tregua, però era logico che al Meazza si giocasse, il terreno non poteva comunque essere più disastrato del solito, l'unica differenza erano gli effetti cromatici, omaggio di Ranieri a Sneijder la fascia d'erba disponibile. Una serata fantastica, che propone alla ribalta una Lazio eroica: Klose fermo ai box, perde presto Dias, ma schianta letteralmente il Milan con i gol di Hernanes e Rocchi quando la partita sembrava bloccata, sentiti ringraziamenti da parte della Juventus, i romani restano a due punti dal terzo posto, che l'Udinese salva pur faticando contro il Lecce. Certo, non sarà stato il miglior Milan, Ibra regala qualche sprazzo ma non incide, censurabile il tridente schierato inizialmente da Allegri, ma a Reja va il merito di avere disposto al meglio la sua formazione mutilata, che mai ha dato la sensazione di farsi sfuggire il controllo della partita: vittoria legittima. L'altra faccia della Capitale è l'immagine della desolazione, la Roma spreca il possibile e l'impossibile, ma i regali più vistosi li distribuisce la difesa, inguardabile soprattutto in Kjaer. Contributo notevole anche da parte dell'arbitro Romeo, i tifosi romanisti convinti della scarsa virtù di Giulietta, dopo che ai giallorossi erano stati negati due rigori clamorosi, su Simplicio prima e su Kjaer poi. Ma le incredibili palle da gol buttate al vento, la Roma può imputarle soltanto a se stessa e ai suoi distratti interpreti d'attacco. Romanzo criminale anche a Milano, all'Inter non bastano i quattro gol di Milito, Miccoli risponde con una tripletta, ma sicuramente alle distrazioni difensive collabora il terreno imbiancato, che agevola le incursioni in spazi dilatati. Certo, quattordici gol in due partite non sono cosa di tutti i giorni, la cosa strana è l'unico zero a zero, maturato proprio nella sfida che prometteva una goleada, quella del Napoli. Invece al San Paolo il Cesena ha resistito fino al termine, procurandosi anche qualche occasione in contropiede. L'assalto nei minuti finali vanificata dalle strepitose parate di nonno Antonioli, che a 43 anni non vuole saperne di ammainare bandiera. Per poco che possa contare in chiave salvezza, quel punticino conquistato va ascritto quasi a merito esclusivo del portiere, il più vecchio del campionato. Ovazione, orecchie e musica per l'eroe di una sera.

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