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Lamela prova a ripartire

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Stanco e frastornato dopo l'espulsione ma vuole giocare Per Roma-Bologna di domani è in ballottaggio con Bojan

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ErikLamela cresce tra colpi di genio, passaggi a vuoto e ragazzate. Nel giro di tre giorni è stato capace di avviare lo show contro il Cesena con due assist per Totti e farsi cacciare a Torino per una scalciata malandrina rifilata a Chiellini. Un gesto di frustrazione, pagato con il primo cartellino rosso da romanista e l'inevitabile multa. Scatenato in campo e fuori. Anche mercoledì sera, nella tanto chiacchierata cena della squadra, Lamela era tra i più allegri nonostante, come raccontano da Trigoria, sia astemio. Nessuno - allenatore e dirigenti - ha voluto calcare la mano con il giovane argentino, come ad esempio era stato fatto con Osvaldo dopo un altro episodio che lo aveva visto protagonista, ma nei panni della vittima. Se Lamela giocherà o meno con il Bologna lo deciderà in piena autonomia Luis Enrique. Il tecnico lo ha visto stanco, era già stato tentato di dargli un turno di stop in precedenza, ma non è detto che lo faccia domani in una partita diventata improvvisamente delicata. Il crollo di Torino fa male e il caos susseguente alla festa notturna dei giocatori ha scatenato altre inevitabili tensioni dentro il fortino giallorosso. Ieri riunioni fiume sin dal mattino che hanno coinvolto anche i manager americani, sbarcati per l'assemblea di lunedì prossimo (per lo stesso giorno è stato fissato il cda): Mark Pannes e Brian Klein, insieme a DiBenedetto, hanno avuto bisogno di spiegazioni «extra» per capire tanta agitazione nei corridoi di Trigoria. Nel consueto allenamento pomeridiano Luis Enrique ha rimesso sotto la squadra con quasi due ore di lavoro dopo la seduta «breve ma intensa» di giovedì. Nella partitella finale Lamela è stato provato in attacco con Totti e Bojan, ma in realtà è proprio quest'ultimo che gli contende una maglia per domani. Già, perché Borini dovrebbe riprendersi quella che l'allenatore spagnolo gli ha tolto in coppa Italia. È sfida Bojan-Lamela e, se non fosse per il momento un po' così dell'argentino, non sarebbe un match. Pronto al rientro Juan. Al fianco di Heinze o Kjaer? La logica suggerisce il primo, ma da Luis Enrique ci si può sempre aspettare di tutto. E il danese, al di là di dormite e autogol, per lui resta un punto fermo in ottica futura. Sarà ancora una Roma senza De Rossi, assente pure ieri dall'allenamento e ormai quasi rassegnato a rientrare il 4 febbraio con l'Inter. In mezzo ci sarà anche la trasferta di mercoledì a Cagliari e, dopo la sfida aii nerazzurri, il recupero dei 25' minuti finali a Catania:tre partite e un «pezzo» che diranno molto sulle ambizioni giallorosse in campionato, l'ultimo obiettivo rimasto dopo il suicidio con lo Slovan e la lezione subìta dalla Juventus. Difetti di gioventù. Non vale solo per Lamela.

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