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Roma a lezione Juve in semifinale

Luis Enrique in Juventus-Roma (foto Gmt)

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Vince la Juve che conferma di essere molto più squadra dell'attuale Roma. Stavolta il bel gioco targato Luis Enrique sbatte contro la concretezza della Juventus di Conte che finora non ha mai perso una partita: e un motivo pure ci sarà. L'8 febbraio a sfidare la vincente di Milan-Lazio in programma domani a San Siro per la semifinale di coppa Italia sarà quindi la Juventus (mentre i 25' finali di Catania-Roma verranno recuperati il 7 febbraio) uscita ancora una volta a testa alta dal suo nuovo impianto: il «dodicesimo uomo» prima ricorda commosso l'«avvocato» (ieri nove anni dalla scomparsa), poi tiene a battesimo il primo gol stagionale di capitan Del Piero. Il leader bianconero vince il duello a distanza, probabilmente l'ultimo, con l'altra bandiera. Capitan Totti dopo lo show contro il Cesena stavolta non riesce a fare la differenza sotto gli occhi del suo presidente DiBenedetto tornato appositamente in Italia... se restava a Boston forse era meglio. La cornice è di quelle delle grandi occasioni, lo Juventus Stadium si avvicina molto all'idea americana del futuro impianto giallorosso. Conte, gioco forza, cambia la Juve: sette undicesimi nuovi rispetto all'ultima uscita in campionato. Non ci sono Marchisio, Pepe, Vucinic, per problemi fisici, mentre fuori per scelta Buffon, Vidal e Matri con Borriello che parte titolare per la prima volta proprio contro la sua ex squadra. Luis Enrique cambia ancora: in difesa c'è José Angel e non Rosi con Taddei che si sposta a destra, mentre nel mezzo dentro Kjaer per Juan. A centrocampo la scelta è Simplicio al posto di Greco e in attacco torna titolare Bojan. Come da programma la Juve parte a testa bassa e la Roma fatica a trovare le sue geometrie. Heinze dopo quattro minuti chiude di mano su Giaccherini ma Banti lascia giocare. È il prologo del vantaggio juventino: gli uomini di Conte sfruttano l'ennesima disattenzione giallorossa. Kjaer dorme, Heinze lo culla e Simplicio tenta un'inutile ricorsa su Giaccherini che parte a rete da solo (bel lancio di Barzagli) e infila l'incolpevole Stekelenburg. Lo Juventus Stadium diventa una bolgia, ma la Roma prova a reagire, il possesso palla cresce col passare dei minuti prima della perla di Del Piero. Alla mezz'ora esatta arriva il primo gol stagionale del capitano bianconero, destro a girare a modo suo, che inchioda Stekelenburg e forse taglia le gambe alla Roma. I giallorossi faticano a scardinare il muro alzato a centrocampo da Conte e ci provano da fuori: prima Gago, poi Pjanic, ma non riescono ad impensierire Storari e prima dell'intervallo Estigarribia ha il tempo di sbagliare clamorosamente il gol del 3-0. La ripresa è un libro già scritto. La Roma continua con il suo possesso palla, la Juve forte del vantaggio prova a colpire di rimessa. E arriva, a più riprese. Prima Lamela perde la testa e reagisce male alle provocazioni di Chiellini: calcio da terra che gli costerà il rosso e lascerà in dieci la Roma. Poi nel finale su ennesimo capovolgimento di fronte traversa di Quagliarella che fa da prologo al 3-0 firmato Kjaer: autogol imbarazzante. Finisce così, per la Roma una lezione forse troppo dura, ma che farà invece benissimo a questa squadra che pensava di aver già risolto tutti i problemi. Così non è: adesso per Luis Enrique inizia il lavoro vero.

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