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Insieme hanno riportato il Napoli dall'inferno della C all'Europa.

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MaPierpaolo Marino, direttore tecnico dell'Atalanta, sotto sotto spera di fare un dispetto all'amico Edy. «Ci stringeremo la mano, sarà un bell'incontro ma poi, durante la gara, saremo ovviamente nemici. E dopo, chissà, ci sarà spazio per qualche sfottò». Direttore, quando ha sentito l'ultima volta Reja? «Dopo il derby. Era euforico. Strano per uno abituato sempre a mantenere una certa freddezza». Rispetto ad allora adesso se la passa un po' peggio... «Il ko di Siena è solo un incidente di percorso. Le partite dopo la sosta sono sempre un'incognita, ma sta facendo un ottimo campionato». Anche l'Atalanta. Nella classifica «reale» ha 4 punti meno della Lazio. Chi vince? «I pronostici li lascio a Reja e Lotito, sono più bravi. Comunque è favorita la Lazio». Uomini chiave? «Senza dubbio gli attaccanti. Klose e Denis sono due grandi giocatori, anche se io spero che sia più decisivo il mio...». Farebbe lo scambio? «No. Per questioni di età e di bilancio. Klose ha uno stipendio molto più alto (ride, ndr)». Se lo aspettava così forte? «Beh, non lo scopriamo certo oggi. È sempre stato un campione. Bravissima la Lazio a prenderlo a parametro zero. Noi non ce lo saremmo potuto permettere». Invece Cisse fa fatica. «Il francese è forte, forte davvero. È solo che per gli attaccanti va così: ci sono periodi in cui la palla proprio non vuole entrare. La Lazio fa bene a continuare a puntare su di lui». Conosce Alfaro? «Sì, lo avevo visto. È un buon giocatore, ma i sudamericani sono sempre una scommessa nel nostro campionato». Rimarrà alla Lazio o andrà in prestito altrove? «Reja è stato chiaro, un attaccante deve partire. Se non sarà Alfaro, toccherà a qualcun altro. In questi giorni lo valuteranno attentamente». La Lazio deve fare qualcos'altro a gennaio? «Anche in questo caso mi fido dell'allenatore. Se ha detto che serve qualcosa a centrocampo, va accontentato». Domani concludete per Stendardo all'Atalanta? «Assolutamente no. Noi restiamo così». Torniamo alla partita. In casa i biancocelesti soffrono le piccole. E all'Atalanta manca lo scalpo di una grande. Può essere l'occasione giusta? «In realtà ci siamo andati molto vicini con Inter e Napoli. In ogni caso non sono queste le partite da vincere a tutti i costi. Bisogna battere le dirette concorrenti e pensare a fare i fatidici 40 punti. Potevamo essere a più 14 sulla terzultima, siamo solo a più 8». Il calcioscommesse, appunto. Come fate a conviverci dall'inizio del campionato? «Ormai ci siamo abituati. Cerchiamo solo di pensare al calcio e aspettiamo con serenità i risultati delle inchieste». Tanti scandali non rischiano di «disamorare»i tifosi? «Guardi, è già il terzo calcioscommesse scoppiato da quando sono nel calcio. Negli anni '80 mi arrestarono persino un giocatore in campo. Alla fine saranno individuati i responsabili, pagheranno e il pallone andrà avanti, come ha sempre fatto. È un giocattolo troppo bello per fermarsi».

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