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Roma, cuore e rimpianti

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La gioia della Roma dopo il gol di De Rossi alla Juventus

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Un punto, quello del risveglio. La Roma esce indenne dalla tremenda sfida contro la Juventus capolista che resta comunque imbattuta (non perde all'Olimpico dall'8 febbraio del 2004... qualcosa vorrà pur dire) e si riprende la vetta del campionato in condominio con l'Udinese. Ma quella che alla vigilia era da molti ipotizzata come una mattanza, visti infortuni e squalifiche dei giallorossi, si è trasformata invece in una grande serata di calcio. Bella partita con la Juve che è ancora più squadra della Roma, ha più fisico e forse più testa, ma sbatte sulla linea verde imposta da Luis Enrique: altro che dimissioni. Il talebano va per la sua strada alla faccia di tutto e tutti, anche se per la prima volta adegua il suo modulo al materiale che ha. E fa bene. Alla fine il pareggio ha anche un sapore agrodolce per la Roma che sbaglia un rigore con il suo attaccante migliore: Totti. Il capitano non giocava una partita titolare dallo scorso 1 ottobre, aveva addosso qualche ruggine di troppo e forse non ancora una condizione ottimale: ma quando ha la palla tra i piedi fa la diferrenza. Suo l'assist per il gol del vantaggio, come molte delle cose migliori della Roma lì davanti: peccato per quel rigore... Alla fine dallo spettacolo dell'Olimpico trasmesso in 3D escono segnali chiari per il campionato: la Juve è l'anti-Milan, ma la Roma è viva... e non è poco. Chiaro anche perché il contratto di De Rossi valga sei miloni: stellare da centrale difensivo, dimostra di poter giocare ovunque. Devastante in coppia con Heinze intuizione felice di Luis Enrique. E non è un caso se l'asse sul quale nasce il gol del vantaggio giallorosso sia proprio targato Totti-De Rossi. Il capitano inventa, capitan futuro realizza: complice anche Vidal. I sessantamila dell'Olimpico esplodono e ringraziano lo juventino. Ma una volta in vantaggio la Roma soffre il ritorno della Juve che s'impossessa per mezz'ora del campo. I giallorossi faticano a restare lucidi e ad arginare la crescita della esponenziale dei bianconeri. Là dietro c'è l'uomo della provvidenza, aiutato da un ottimo Stekelenburg: e non si passa. La linea verde sposata da Luis Enrique invece fatica in mezzo al campo, Viviani sembra intimorito e si scioglie (poco) solo col passare dei minuti grazie anche all'aiuto di Greco e Pjanic (bene entrambi) che il tecnico asturiano mette quasi a uomo sul fulcro del gioco juventino: Pirlo. Nella ripresa diventa una partita vera. La Juve a perdere non ci sta, alza il baricentro del suo gioco, la qualità del centrocampo è superiore e Pjanic per arginare rimedia un giallo che gli costerà Napoli. Luis Enrique si adegua e toglie Viviani: dentro Simplicio e li in mezzo va meglio. Finale da infarto, succede di tutto, la Roma prova a restare in partita ma arriva inevitabile il pareggio. Unica incertezza della serata di Stekelenburg: la firma è di Chiellini. Prima dell'assalto finale il rigore sbagliato da Totti (non succedeva dallo scorso 1° maggio) che lascerà l'amaro in bocca ai tifosi romanisti. Finisce così, alla fine è un punto pesante: un punto di ripartenza prima di andare a Napoli.

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